EurUsd outlook settimanale del 28 Ottobre 2024 – La guerra alle porte

  • Stati Uniti che si avvicinano al voto di novembre con un grande equilibrio nei sondaggi tra Trump e Harris. Intanto l’economia va meglio del previsto e i tagli previsti nei tassi si riducono. Ma le tensioni in Medio Oriente aumentano.
  • Europa alle prese con un rallentamento economico evidente che costringe la BCE a mantenere un approccio dovish sui tassi e questo si ripercuote anche sull’euro, molto debole nelle ultime sedute.
  • EurUsd arriva sui supporti di 1,08. Momento tecnico chiave che ci accompagnerà probabilmente fino alle elezioni di novembre. La corsa alla sicurezza per le tensioni mediorientali vede dollaro e oro preferiti.

L’America verso il voto ma la guerra incombe in Medio Oriente

Le banche centrali disfano e le banche centrali fanno. Almeno per quanto riguarda EurUsd non ci sono molti dubbi circa l’influenza che lo spread di tasso tra Area Euro e USA esercita sul cambio.
Adesso che il mercato ha ridotto l’ottimismo su un aggressivo taglio dei tassi FED e aumentate le aspettative di maggiore iniziativa da parte della BCE, EurUsd si è mosso di conseguenza verso il basso seguendo in maniera speculare l’andamento del differenziale di tasso EU-US ora negativo per oltre 160 punti base.
Le aspettative sui tassi rimangono comunque un fattore bearish per EurUsd.
Al momento il mercato prezza tra i 150 e i 175 punti base di riduzione del costo del denaro in Europa. Ridotti invece a 125 i punti base attesi in ridimensionamento dall’altra parte dell’Atlantico.
E con la Francia che offre rendimenti superiori a quelli di Spagna e Portogallo, gli effetti negativi sull’euro non potevano che riportarci esattamente dove avevamo previsto, ovvero nell’importante area di supporto di 1.08.
A tutto questo si aggiungono le tensioni crescenti tra Israele e Iran e le revisioni nelle prospettive di crescita tra le economie europea ed americana che acquiscono le divergenze. Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al rialzo il Pil atteso negli Usa per il 2024 e 2025 (rispettivamente 2.8% e 2.2%) mentre ha rivisto al ribasso quello della zona Euro (rispettivamente 0.8% nel 2024 e 1.2% nel 2025).
Infine c’è il count down per il voto americano di novembre. Per Trump e Harris un testa a testa che influenzerà inevitabilmente anche il mercato valutario.
Il Fomc previsto per il 6-7 novembre sarà molto interessante arrivando esattamente dopo il voto.

Il test dei supporti di 1,08

Con quella appena conclusa diventano quattro le settimane di ribasso consecutive per EurUsd con una intensità importante che riporta il cambio a ridosso dei supporti di area 1,08.
Qui si posizionano la trend line crescente che sale dal bottom di ottobre 2023 e sarà necessario per l’euro mostrare un segnale concreto di reazione.
In caso contrario il ritorno a 1,05 ma soprattutto il formale addio al trend rialzista dell’euro sarebbe praticamente cosa fatta. L’ipervenduto raggiunto da EurUsd su scala giornaliero, come quello già visto ad aprile, potrebbe essere un primo tassello in grado di favorire il rimbalzo dell’euro.

EurUsd (grafico daily) – discesa libera per l’euro

Prognosi ancora riservata su EurUsd e prognosi riservata anche per il Dollar Index dove stiamo ritornando a ridosso di resistenze chiave, quelle di 105.
Il biglietto verde, nonostante le attese eccessivamente dovish delle scorse settimane, non è sceso sotto i minimi del 2023 rimbalzando in modo vigoroso e portando a quattro le settimane consecutive di rialzo dai minimi di settembre.
Capiremo presto con il test di area 105 se quella in corso è una fase che fa da intermezzo ad un percorso bearish di medio periodo (all’interno, comunque, di un bull market che nasce post crisi del 2008) o altro. Il tasso di variazione mensile tocca intanto l’importante livello del 4% segnalando una sorta di ipercomprato sul biglietto verde.

Dollar Index (grafico weekly) – un rimbalzo ancora non sufficiente per chiudere il trading range

EurUsd outlook settimanale del 22 Ottobre 2024 – Disinflazione europea in corso

  • I banchieri centrali americani non sembrano molto convinti di tagliare i tassi di interesse e così in diverse sedi espongono la loro tesi di alleggerimento del costo del denaro ma seguendo una linea di prudenza. L’inaspettato stop nel calo dei prezzi al consumo e alla produzione pesa su questi giudizi.
  • BCE che conferma le aspettative dei mercati di un taglio nei tassi di 25 punti base. Una manovra che prelude ad altre mosse simili nel corso dei prossimi mesi visto che la banca centrale ha riconosciuto che il processo di disinflazione sta procedendo più velocemente del previsto.
  • EurUsd si avvicina ai supporti chiave di 1,08 dopo la rottura ribassista di 1,10. Questo livello sarà cruciale per disegnare la tendenza del cambio da qui a fine anno.

La BCE taglia ancora i tassi

Non sono mancate in settimana le dichiarazioni di esponenti della Federal Reserve che hanno invitato alla prudenza sui tassi di interesse. Tagli sì, ma con giudizio e sempre tenendo ben presente l’andamento di inflazione e stato dell’occupazione. I prezzi al consumo a settembre hanno fermato il loro percorso di rallentamento. Il mondo del lavoro non sembra invece per ora vivere particolari difficoltà. Non così scontati i due tagli nei tassi entro fine anno come il mercato si aspetto e di questo hanno preso atto alcuni mercati come quello valutario.
Intanto si avvicinano le elezioni con Trump Harris sempre testa a testa in un clima stranamente poco eccitato da parte di media e analisti a differenza di quattro anni fa.
In Europa intanto la BCE conferma le attese riducendo i tassi di 25 punti base.
Lagarde ha confermato che il processo di disinflazione in Europa è ben avviata con il target 2% che verrà raggiunto nel corso del 2025.
I rischi per la crescita rimangono al ribasso e questo permetterà alla politica monetaria di farsi più espansiva nel corso del 2024-2025 se i dati confermeranno le premesse.
Mercati obbligazionari che vedono ancora una limatura nei rendimenti di mercato ed euro debole che si avvicina ai supporti chiave contro il dollaro.

Dollaro: obiettivo raggiunto

Lo scenario disegnato la scorsa settimana su EurUsd si è realizzato in pieno con il biglietto verde che, violato al ribasso l’importante livello di 1,10, ha avuto vita facile fino a 1,08 pre meeting BCE.
Qui arriva però il difficile per il biglietto verde, almeno lato analisi tecnica.
Come si vede dal grafico infatti EurUsd è entrato in ipervenduto poco prima del raggiungimento della zona che identifica i supporti chiave e questo, negli ultimi due casi, è stato un fattore che ha stoppato le velleità del biglietto verde.
A ottobre 2024 e aprile 2024 l’ipervenduto ha praticamente centrato in pieno il bottom primario dal quale la moneta unica europea è ripartita. Sarà così anche questa volta?

EurUsd (grafico daily) – l’ipervenduto potrebbe segnalare minimo primario in vista per l’euro

Il doppio massimo registrato da EurUsd in prossimità delle resistenze di 1,12 ha dato il via ad un fiume di vendite ininterrotto sull’euro.
Un “sell” del mercato rafforzarto dall’idea che se da una parte è vero che la BCE taglierà ancora i tassi, la FED potrebbe essere indotta ad una riflessione più profonda visti gli ultimi dati.
Questo movimento da parte del cambio più importante del pianeta ha riportato temporaneamente EurUsd al di sotto di quella down trend line che ha contenuto i rialzi fino ad agosto. Evidente anche da questa figura come il supporto chiave è quello posizionato in area 1,08.
Sfondare verso il basso avrebbe il sapere dell’esaurimento di una tendenza bullish per l’euro cominciato a fine 2022.

EurUsd (grafico daily) – abbattuto definitivamente il supporto di 1,10

EurUsd outlook settimanale del 14 Ottobre 2024 – BCE chiamata all’appello

  • L’economia Usa è prevista crescere di oltre il 3% nel terzo trimestre e questo contesto allontana l’ipotesi di tagli molto aggressivi nei tassi da parte della FED anche perché prezzi al consumo e alla produzione hanno praticamente smesso di scendere.
  • BCE chiamata in settimana ad una manovra di riduzione dei tassi causa economia di Eurolandia in rallentamento e inflazione che rapidamente sta convergendo verso il 2%.
  • EurUsd si mantiene sotto 1,10 grazie ad un ampliamento nel differenziale di tasso tra titoli americani e tedeschi a 10 anni che rende conveniente la carta americana rispetto a quella europea.

La locomotiva USA viaggia ancora forte ma l’inflazione non molla

I verbali del recente meeting della FED di settembre evidenziano un contesto di economia ancora in salute dove vengono esclusi scenari di recessione nel breve termine. E del resto la crescita previsionale rimane robusta. Secondo il GDP Now redatto dalla FED di Atlanta la crescita del terzo trimestre dovrebbe superare il 3%. Una previsione allineata ad un altro modello, quello della FED di New York.Le aspettative dei mercati sul taglio dei tassi si sono quindi ridimensionate con un taglio da 25 punti base in ciascuna delle riunioni di novembre e dicembre al momento prezzata dagli analisti.

Il motivo di questo raffreddamento e anche del ritorno del rendimento dei titoli decennali americani sopra al 4% si chiama inflazione. Uscita al di sopra delle attese sia nella versione dei prezzi al consumo che di quelli alla produzione. L’inflazione americana a settembre è salita del 2.4% (2.5% a luglio ma 2.3% le aspettative degli analisti), ma soprattutto con un dato core al 3.3%. Stessi segnali sono giunti dai prezzi alla produzione, solitamente anticipatori di quelli al consumo. Il PPI è salito del 1.8% su base annua a settembre, ma soprattutto è il dato core a stupire con un rialzo del 2.8% in accelerazione rispetto al 2.6% di agosto.

Dove invece la convinzione che il costo del denaro deve scendere velocemente è alta è in Europa. La BCE è chiamata ad una sforbiciata più robusta e rapida per ridare slancio ad un’economia che si sta afflosciando e che richiede vitamine monetarie ora che l’inflazione sta rapidamente convergendo verso l’obiettivo del 2%. Nel meeting di questa settimana sono dati per sicuri tagli da 25 punti base per un “cut” totale di 150 punti base nei prossimi 12 mesi.

La convenienza nel possedere dollari

Il differenziale tassi a breve termine in questo momento sta incidendo sulle valutazioni del dollaro americano. Sono stati sufficienti alcuni dati di crescita confortanti lato USA per allontanare il biglietto verde da livelli pericolosi offrendo un rafforzamento che ancora non è da KO. Quello potrebbe arrivare se le politiche monetarie ad esempio di Euro e Stati Uniti improvvisamente cominciassero a divergere.
I segnali che provengono da Washington sembrano però andare in altra direzione con la necessità di procedere con tagli più moderati rispetto a quello che ci si aspettava qualche settimana fa. Il mercato è passato dai 175-200 punti base di tagli attesi nei 12 mesi a 100/125. Il differenziale di tasso tra Stati Uniti e Germania sulle scadenze decennali esprime molto bene il perché l’euro si è indebolito nelle ultime giornate. Uno spread favorevole ai Treasury garantisce una remunerazione adeguata per rimanere sul dollaro secondo gli investitori.

EurUsd (scala invertita linea nera) vs spread Usa-Germania linea rossa (grafico daily) – il differenziale tassi America Europa guida il rally del dollaro

Riprendiamo il grafico pubblicato la scorsa settimana di EurUsd con tanto di onde di Elliott e ritracciamento di Fibonacci ad accompagnare e cercare di spiegare i movimenti di prezzo.
Come si vede chiaramente abbattere 1,10 ha avuto un impatto sfavorevole all’euro che in teoria, con questo doppio massimo, dovrebbe dirigere la sua prua verso 1,08. Rimane un ultima speranza per l’euro in zona 1,0905 dove si posiziona il top di onda 1 e il 50% di ritracciamento dell’intero rialzo. Scendere sotto aprirebbe la strada ad un definitivo ribasso.

EurUsd (grafico daily) – abbattuto definitivamente il supporto di 1,10