EurUsd outlook settimanale del 2 Dicembre 2024 – Avanti con i dazi

  • Trump ha aperto le danze della trade war prima ancora del suo insediamento, indicando Cina, Canada e Messico come prossimi obiettivi delle prime misure di dazi commerciali alle importazioni. Obiettivo ridurre immigrazione clandestina, traffico di droga e deficit commerciale.
  • Europa che naviga ancora a vista su un’inflazione in risalita in alcuni paesi dell’Eurozona. Rimane aperta la grave crisi tedesca e la BCE dovrà tenerne conto nella decisione sui tassi di dicembre.
  • EurUsd che conferma in chiusura di mese la rottura di certi supporti critici. Adesso il mercato guarda alle banche centrali.

Le grandi manovre americane e il dubbio sull’inflazione europea

Dicembre è il mese migliore dell’anno per l’euro e il fatto che Trump non abbia per ora messo l’Europa al centro dei primi proclami sui dazi commerciali potrebbe aiutare la moneta unica in un rimbalzo in grado di allontanare la parità come potenziale obiettivo di breve termine.
Fino alla fine di novembre era previsto un rafforzamento stagionale del dollaro, ma da adesso in avanti la moneta unica deve battere un colpo anche perché gennaio e febbraio rappresenteranno altri due mesi non facili per l’euro.
Il futuro Segretario del Tesoro Usa Scott Bessent ha già messo in chiaro che il dollaro rimarrà una valuta forte rispecchiando i fondamentali solidi dell’economia americana
I tre pilastri sui quali si baserà la politica di bilancio saranno quelli di un taglio del deficit pubblico, una crescita del 3%, una produzione aggiuntiva di 3 milioni di barili di petrolio al giorno. E dazi.
Il primo annuncio di Trump è andato infatti nella direzione di colpire direttamente con barriere commerciali l’import di merci provenienti da due paesi confinanti, Canada e Messico, e un paese diretto concorrente come la Cina.
Traffico di stupefacenti e di clandestini sono i motivi ufficiali, ma è lo sbilancio commerciale accumulato negli ultimi anni che ha costretto Trump a parlare in questo modo. Il Messico ha superato la Cina come principale partner commerciale, ma gli stessi prodotti cinesi (assieme agli stupefacenti) entrano indirettamente sul suolo americano dal fragile confine messicano.
ll 2025 sarà però anche l’anno che precederà la fine del mandato alla FED di Jerome Powell e se possiamo vedere un elemento di criticità in questo scenario idilliaco che stanno dipingendo i mercati, proprio gli attriti tra governo e banca centrale potrebbero rappresentare un fattore di cui tenere conto qualora una presidenza ombra cominciasse a prendere forma in quel di Washington.
Intanto la BCE si avvicina al tanto atteso nuovo taglio dei tassi con dati di inflazione ambigui.
Scende ancora in Germania, risale in Spagna e in Francia. A Francoforte la convinzione è quella di dover ridurre ancora il costo del denaro per favorire anche una ripresa economia che langue. Di quanto tagliare è ancora un dubbio non risolto.

EurUsd, l’orso trova conferme

Se come vedremo tra poco sui grafici di lungo periodo EurUsd conferma la tendenza bearish, osservando il grafico giornaliero ci rendiamo conto che in realtà la lateralità che va avanti da fine 2022 ancora non è stata vinta. La base inferiore posizionata poco sotto 1,05 regge all’urto dei ribassisti e ormai si è capito molto bene che è questo l’ultimo ostacolo prima della parità. Ma ancora non crediamo ci siano le condizioni per andare long su EurUsd.

EurUsd (grafico daily) – il tentativo disperato dell’euro di galleggiare sopra 1,05

L’Eurozona attendeva con impazienza i dati sull’inflazione di novembre, numeri che saranno la base di riferimento della decisione BCE di tagliare i tassi. Dati che sono usciti misti come detto sopra.
Il 12 dicembre il mercato sconta un 50% di probabilità di assistere ad un taglio da 50 punti base con un punto di arrivo della riduzione nel costo del denaro al 1,75%.
L’oscillatore SMI (Stochastic Momentun Index) non sembra lasciare molti dubbi su cosa attendersi per il 2025 di EurUsd.
Il segnale bearish di medio periodo (le candele sono trimestrali) nelle ultime tre occasioni è sempre stato micidiale nell’anticipare un profondo bear market dell’euro.
Se sarà così anche questa volta non ci sarà da entrare lunghi su EurUsd almeno fino a quando l’oscillatore non avrà raggiunto livelli di ipervenduto considerevoli.
Per il momento quindi la sollecitazione delle resistenze (1,08 in primis) sono da considerare come finestre di ingresso fino a prova contraria. Al mercato la parola.

EurUsd (grafico quarterly) – segnale bearish di lungo periodo

EurUsd outlook settimanale del 11 Novembre 2024 – Trump (e dollaro) prendi tutto

  • Stati Uniti che decidono di riportare Trump alla Casa Bianca con una vittoria schiacciante che consentirà al tycoon di mettere in pista molte delle iniziative promesse. A partire dai dazi e da ulteriore spinta all’economia americana. E la FED ora diventa più prudente.
  • Europa nel caos dopo la decisione del Governo tedesco di licenziare il Ministro delle Finanze responsabile di una crisi economica profonda che rischia di ingolfare l’intera Eurozona. Per la BCE intanto l’elezione di Trump non sembra essere una buona notizia.
  • EurUsd che nel giorno dell’elezione di Trump viola con decisione i supporti chiave di 1,08. Bear market per l’euro o trappola per orsi?

L’America adesso ha scelto Trump e forse l’ultimo taglio dei tassi di interesse

I segnali arrivati prima del martedì elettorale da dollaro e rendimenti reali erano chiari seguendo i sondaggi. Trump vincente. E così è andata lanciando in orbita il dollaro e i tassi reali statunitensi. Questa volta il buy rumors sell news non ha funzionato e anzi la tendenza si è esacerbata confermato quanto il mercato aveva lasciato intendere. Maggior protezionismo da parte dell’Amministrazione Trump, spinta alla crescita economica interna (il rally delle small caps si spiega con questi due fattori) e quindi più inflazione. Dollaro e tassi di interesse in rialzo sono state le dirette conseguenze all’evento accompagnate dai massimi storici nuovamente ritoccati a Wall Street. Al gruppetto si aggiunge pure Bitcoin con la presenza di Elon Musk che sembra garantire une bel futuro all’universo crypto.
Ma questa è stata anche la settimana della FED con l’ennesimo e super scontato taglio dei tassi da parte di Powell di 25 punti base in una mossa che però rischia di essere l’ultima se le aspettative di inflazione ricominceranno a salire e i propositi trumpiani di lasciare in eredità una golden age per l’economia a stelle e strisce prenderà corpo. Powell ha cercato di fare l’equilibrista tra domande circa i suoi rapporti con Trump e le prossime mosse di politica monetaria. Con il mercato non più sicuro che il FOMC di dicembre si tradurrà in un nuovo taglio nei tassi.
Intanto in Europa trema la Germania dopo il “licenziamento” da parte del Primo Ministro del Ministro delle Finanze. Divergenze di vedute e volontà di andare a chiedere la fiducia in Parlamento dove Scholz potrebbe però trovare un’opposizione in grado di metterlo in difficoltà. A quel punto si andrebbe a nuove elezioni in un paese che dopo aver perso molto dalla parziale frizione nei rapporti con Russia e Cina, sta vivendo un periodo di difficoltà economica con una crisi demografica senza precedenti che mina il sistema di welfare pubblico. La crisi dell’auto (Volkswagen in primis) rischia di mettere in crisi l’intero sistema politico di quella che un tempo era la locomotiva dell’eurozona.
Ma dopo l’elezione di Trump anche la BCE è in difficoltà. L’aumento dei tassi americani sui tratti più lunghi di curva ha indebolito l’euro e nuovi tagli nei tassi rischiano di spingere ancora più giù una moneta unica che ovviamente importa inflazione dall’estero. Il dilemma su cosa fare con i tassi a Francoforte è sempre più forte visti i deboli dati macro dell’intera Eurozona.

Veramente EurUsd ha invertito la sua tendenza?

La rottura ribassista di EurUsd sembra essere definitiva. Tutto lascerebbe pensare ad un dollaro pimpante nei prossimi mesi grazie alle politiche che Trump metterà in pratica e di stampo inflazionistico. E l’Europa naviga nelle difficoltà economiche e politiche. EurUsd ha disperatamente tentato di aggrapparsi ai supporti ma poi zona 1,078-1,08 ha ceduto di schianto portando immediatamente il cambio a 1,07. Si fanno concrete le possibilità di un ritorno in zona 1,03/1,04. Per la conferma definitiva serve un il break rialzista del Dollar Index, ancora non arrivato.

Dollar Index (grafico weekly) – manca ancora il break rialzista del Dollar Index

Come avevamo segnalato nel precedente rapporto i livelli di supporto chiave di EurUsd erano posizionati tra 1,078 e 1,08. Il mercoledì nero dell’euro ha dato il via ad un ribasso definitivo destinato a rilanciare le sorti del dollaro, con la chiusura di settimana che ha confermato la tendenza. All’orizzonte si sta profilando una divergenza tra oscillatori e prezzo molto interessante (per questo sarebbe opportuna la conferma del Dollar Index), ma al momento la strada verso il basso per EurUsd sembra spianata.

EurUsd (grafico daily) – break ribassista ma con divergenza in formazione

Agosto Parte bene per il Dollaro

Analisi Tecnica EurUsd 6 Agosto 2018

Spot EurUsd: 1.1560
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1505, 1.1450, 1.1300) Resistenze (1.1745,1.1800,1,1850)
Strategia: Flat in attesa di segnali
Stop loss: /
Take profit: /

Tra dazi e Fed

Nemmeno la Federal Reserve ha sbrogliato la matassa di quale direzione prenderà EurUsd nei prossimi mesi anche se dal punto di vista tecnico il baricentro si è adesso spostato nella parte basse del trading range con supporti molto delicati che cominciano ad essere interessati, ma ne parleremo in seguito.

La settimana è stata caratterizzata dalle solite manovre verbali sui dazi di Trump con obiettivo soprattutto la Cina, e dal meeting di una Fed che sembra aver intenzione di proseguire dritta per la strada di un nuovo rialzo a settembre.

Powell è forte di una crescita del 4% del Pil, ma anche di un tasso di inflazione sopra al 2% ed una sostanziale piena occupazione che rischia di innescare un po’ di pressione sui salari. La Fed non vuole rischiare di farsi trovare impreparata in caso di accelerazione dell’inflazione magari causata dagli stessi dazi ed allo stesso tempo vuole preparare le munizioni per la prossima recessione economica. Mentre BCE e BOJ, per citare due esempi, con i loro tassi a zero non potrebbero fare molto per fronteggiare una nuova crisi economica (se non riportare in auge il QE), la Fed può cominciare a ragionare su una manovra di riduzione del costo del denaro se l’economia richiedesse tale manovra. Il mercato immobiliare sta cominciando a subire la pressione di tassi sui mutui più elevati, ma è sempre e soprattutto la curva dei rendimenti a mostrare un’inclinazione sempre minore, segno di un mercato che segnala alla banca centrale come ogni rialzo, da adesso in avanti, rischia di danneggiare la crescita.

Attenzione anche al mese di agosto, tradizionalmente volatile per il mondo forex, ma non solo. La battaglia sui dazi tra USA e Cina assomiglia sempre più ad un’escalation (anche i cinesi hanno dichiarato di essere pronti ad inserire aggravi di prezzo sulle merci americane) ed è probabile che prima delle elezioni statunitensi di mid terms di novembre i toni possano inasprirsi ancora generando tensione e volatilità.

Quel Legame tra oro e Dollaro

Forte della volontà di Powell di proseguire con il rialzo dei tassi, a questo punto su EurUsd non resta che attendere il comportamento del mercato nei prossimi giorni con la chiusura di questa fase triangolare verso il basso che potrebbe adesso generare uno scalino immediato verso 1.12/1.13, zona di transito del 61.8% di ritracciamento dell’intero rialzo cominciato nel 2017 a 1.034.

EUR/USD grafico daily

EurUsd (grafico daily) – rottura ribassista in corso

Un aspetto intermarket che potrebbe farci pensare ad una difficoltà del Dollaro, almeno in questa fase, a rompere i livelli di supporto chiave nel rapporto di cambio EurUsd (qui presentato su scala inversa) è l’andamento divergente con l’oro. Normale correlazione negativa tra Dollaro e Oro, ma il metallo giallo si trova su supporti degni di nota in area 1200 con l’esposizione net long degli hegde fund che continua ad assottigliarsi ed ormai prossima a livelli che negli ultimi 10 anni hanno favorito la formazione di un bottom primario. Siamo forse all’ultima chiamata per l’oro. Se area 1200 non dovesse tenere il trend diventerebbe inevitabilmente bearish e specularmente bullish per il Dollaro.

EurUsd e Oro grafico daily

EurUsd e Oro (grafico daily) – oro e dollaro perfetta correlazione negativa