Spot EurUsd: 1.1400
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1300, 1.1190, 1.1120) Resistenze (1.1500, 1.1630,1.1750)
Strategia: Flat in attesa di segnali
La tempesta che sta investendo paesi emergenti come la Turchia ha un minimo comune denominatore che si chiama Trump e la sua politica delle sanzioni. Nuove contro la Russia per la spy story di qualche mese fa, possibili per la Turchia sulla quale girano ormai da giorni rumors di misure che metterebbero in ginocchio l’economia turca. Intanto Trump ha provveduto ad assestare un primo colpo con l’introduzione di dazi su acciaio ed alluminio turchi. Questa volatilità sui mercati emergenti era altamente probabile considerato che l’ottavo mese dell’anno è uno dei più negativi dal punto di vista stagionale.
In America intanto comincia la lunga campagna elettorale che ci porterà alle elezioni di mid terms e che, c’è da scommetterci, vedrà Trump ancora protagonista con attacchi a quelli che erano i suoi nemici nella campagna elettorale presidenziale. Gli sbilanci nei deficit commerciali stanno sfociando in una guerra che costringe paesi come la Cina a rispondere nell’immediato con nuovi dazi contro gli Stati Uniti in una spirale che rischia di diventare pericolosa anche perché sta contagiando l’intera panorama valutario. La recente debolezza della Sterlina e la forza del Franco svizzero chiariscono ad esempio come si muovono i capitali sull’onda del nervosismo, per non parlare poi del mondo emergente da sempre assetato di capitali occidentali.
Il calo del prezzo del petrolio (e delle materie prime in genere) dovrebbe permettere all’inflazione di raffreddarsi e questo potrebbe rappresentare un punto a favore della politica monetaria americana che, al di là del rialzo ormai scontato al 90% di settembre, potrebbe rallentare il passo alleggerendo anche la pressione in acquisto sul Dollaro americano.
In Europa la situazione appare abbastanza fluida dal punto di vista macro economico con la locomotiva tedesca in rallentamento evidente e la politica italiana sempre in grado di mantenere sotto pressione l’Euro. I problemi però potrebbero venire da fuori all’Unione. L’incertezza legata alla Brexit ma soprattutto l’esposizione degli istituti bancari europei verso la Turchia rendono incerta la situazione. La debolezza della fine della settimana scorsa è esemplificativa. L’esposizione del sistema bancario europeo verso la Turchia è importante (soprattutto in Spagna) ed un blocco dei capitali o addirittura il default metterebbero ancora sotto pressione la moneta unica europea. Stavolta però Draghi sarebbe impotente.
L’analisi tecnica sembra proprio dirci che la rottura del triangolo ribassista accennata la settimana scorsa ha trovato un seguito con il break prima di 1.15 e poi successivamente del 50% di ritracciamento dell’intero rialzo cominciato nel 2017 a 1.145. Ora si aprono le prospettive per un allungo fino all’obiettivo teorico della figura tecnica di continuazione, ovvero 1.13. Qui saremo di fronte ad un crocevia tecnico importantissimo per il futuro di EurUsd.
EurUsd (grafico daily) – rottura ribassista formalizzata
Non è detto però che la forza del Dollaro sia destinata ed esaurirsi a breve. Come vediamo dal secondo grafico Il tasso di variazione di EurUsd a 12 mesi è sì negativo ma ancora non al di sopra di quel -10% che durante questo bear market di EurUsd ha intercettato o anticipato dei bottom primari. Difficile quindi assistere ad una ripartenza dell’Euro nell’immediato.
EurUsd (grafico monthly) – per il Dollaro ancora margini di rialzo