Il 2024 è partito sull’onda dell’incertezza per i mercati azionari e valutari. L’eccessivo ottimismo sul rientro veloce dell’inflazione (e quindi sul taglio dei tassi della FED) è stato smorzato dai dati sul mercato del lavoro americani seguiti questa settimana dagli attesissimi dati sull’inflazione di dicembre. Il dato generale era atteso in leggero rialzo al 3.2% e quello core in ribasso al 3.8%. Invece i prezzi al consumo sono saliti oltre le previsioni, rispettivamente al 3.4% e al 3.9%.
Il mercato attende a questo punto le prime parole della FED per comprendere meglio la direzione che prenderanno quei tassi di interesse che sulle scadenze decennali hanno fermato il loro calo in zona 4%. A questo si aggiunge il tam tam mediatico che comincia lentamente a prendere corpo in America in vista delle elezioni di novembre dove i due “grandi vecchi”, Trump e Biden sembrano essere gli antagonisti designati. Lo scenario geopolitica oltretutto sembra incrinarsi ancora di più.
In Europa intanto fioccano i dati macro che confermano il rallentamento congiunturale. Le vendite al dettaglio hanno ripiegato a novembre dello 0.3%. Gli ordini di fabbrica tedeschi si sono ridimensionati del 4.4%, debole anche la produzione industriale di novembre scesa dello 0.7%. Il mercato si aspetta un primo taglio nei tassi ad aprile e a seguire altre sei manovre sul costo del denaro entro fine 2024. Lagarde ha confermato che l’inflazione sta rientrando verso il 2% come da previsioni e che la politica monetaria a quel punto cambierà.
Le divergenze economiche si stanno ispessendo tra America ed Europa eppure l’euro tiene. Va sempre ricordato che in Europa quest’anno si terranno le importanti elezioni di rinnovo del Parlamento Europeo che potrebbero spostare la politica economica dell’intero continente più a destra secondo i sondaggi.
Non ci sono grandi novità sul fronte di EurUsd con un mercato che si posiziona poco sopra i supporti che contano di 1,085, ma nemmeno lontano da quelle resistenze di area 1,11/1,12 oltre le quali scatterebbero segnali bullish importanti sull’euro. La sensazione è che il mercato debba ancora smaltire un po’ di lungo euro e corto dollari prima di prendere con più decisioni la strada del rialzo. L’attesa per i primi interventi verbali delle banche centrali è alto. Lagarde sembra aver messo la parola stop al rialzo dell’euro.
Il grafico successivo è molto intrigante visto che ci prospetta un appuntamento ciclico di assoluto rilievo per il 2025 quando un massimo o un minimo su EurUsd prenderà corpo. Non possiamo saperlo adesso, ma è evidente che se dovessero essere colpite l’anno prossime le resistenze posizionate in area 1,18 (dove le due gambe di rialzo che partono dai minimi di 0,95 di eguagliano in ampiezza oltre a essere zona di transito di una down trend line di lungo periodo a 1,16) ecco che l’opportunità di andare lunghi sul biglietto verde sarebbe clamorosa.
Ovviamente potrebbe anche accadere il contrario, quindi assistere nei prossimi mesi ad una picchiata del cambio verso i supporti posizionati sotto la parità e allora quello del 2025 sarebbe non più da interpretare come una massimo, ma piuttosto un minimi ciclico sul quale ragionare in ottica inversa.