EurUsd outlook settimanale del 23 giugno 2025 – Tensioni di guerra che non aiutano il dollaro

  • La FED mantiene fermi e i tassi ed appare ancora molto fredda su futuri tagli facendo infuriare Trump. Riviste al ribasso le aspettative di crescita, Powell deve ora tenere conto anche di uno scenario di guerra.
  • In Europa i tassi continuano a sonnecchiare su livelli minimi ma sui tratti più brevi della curva dei rendimenti si sta cominciando ad assistere a marginali rialzi.
  • EurUsd che tenta di superare 1,16 per ora senza successo. I venti di guerra aiutano il dollaro a tenere le posizioni ma rimane strutturalmente in una posizione tecnica molto fragile.

Trump insulta Powell ma la FED sta ferma

Peggiorano i rischi geopolitici in un intrecciarsi di escalation e sforzi per ora modesti a livello diplomatico per fermare la guerra tra Israele e Iran.
Gli attacchi ai siti nucleari e il coinvolgimento sempre più vicino degli Stati Uniti, rischiano di allargare regionalmente un conflitto che si andrebbe a sommare a quello oggi meno pubblicizzato in Ucraina.
Le tensioni belliche ovviamente si fanno sentire sul prezzo del petrolio che rimane elevato con i rischi di fiammate inflazionistiche che potrebbero registrarsi qualora il Golfo Persico diventasse un mare molto ostile per il passaggio del greggio.
L’evento centrale della settimana era ovviamente il FOMC. Se qualche apertura su tagli dei tassi sembrava essere giunta dal recente dato dell’inflazione in miglioramento, l’aumento delle tensioni in Medio Oriente con l’impennata nel prezzo del petrolio difficilmente avrebbe convinto Powell e la FED a muoversi a breve sul costo del denaro nonostante dati relativi alle vendite al dettaglio fiacchi.
E infatti è andata proprio così, con gli insulti volati tra Trump e Powell che non hanno disturbato i mercati. La FED ha evidenziato come inflazione e mercato del lavoro, gli unici due ambiti sui quali ha mandato, proseguono nel percorso desiderato di rientro la prima, di consolidamento il secondo.
Lo “stupido” Powell, come lo ha definito Trump che non vede l’ora di annunciare il successore di colui che lo stesso tycoon ha nominato, ha fatto una sintesi di un FOMC molto disperso quanto ad opinioni. Otto membri puntano a due tagli entro fine anno, due a uno solo, ben sette ad un nulla di fatto. Abbassato il tasso di crescita previsto nel 2025 al 1,4% che diventerà 1,6% nel 2026 quando l’inflazione si stabilizzerà al 3%.
Il dollaro sembrato comunque insensibile a queste notizie.

Il dollaro approfitta dei rischi geopolitici

Da verificare se l’escursione a 1,16 di EurUsd è stata una bull trap di un’onda 4 ancora in formazione, ma idealmente un ritorno di forza del biglietto verde dovrebbe vedere 1,12/1,13 come ideale zona di alleggerimento sul dollaro per chi sposa l’idea di un massimo di EurUsd più importante nei prossimi mesi. Il sostegno della media mobile a 50 giorni rappresenta un ideale zona di supporto tecnico sulla quale i compratori di euro dovrebbero riproporre il loro desiderio di incrementare le posizioni long.

EurUsd (grafico daily): primo tentativo di allungo fallito ma rimane il bull market

Abbattuto il supporto di 100 per il Dollar Index si prefigura all’orizzonte un ulteriore calo che solo il clima di guerra sembra poter allontanare. Il non taglio dei tassi da parte della FED è un altro elemento favorevole, ma il test dei supporti di lungo periodo pare essere un evento inevitabile sul quale i traders potranno ragionare su eventuali ingressi di natura strategica sul biglietto verde.

Dollar Index (grafico daily) – Ribasso non ancora finito per il dollaro