Secondo molti analisti dal taglio dei tassi che la FED certamente ufficializzerà questa settimana potrebbe partire una nuova ondata di svalutazione del dollaro. Che rimane sopravvalutato.
Era prevedibile assistere comunque ad una fase di stallo di EurUsd.
Un sentiment eccessivamente negativo e un certo ipervenduto da smaltire, una sopravalutazione del biglietto verde, una convergenza della crescita economica nei prossimi mesi con gli altri paesi del blocco occidentale e infine un differenziale di rendimento obbligazionario destinato ad avvicinarsi rendendo meno appetibili le obbligazioni americane, sono tutti ingredienti con i quali il mercato si confronterà nelle prossime settimane.
Il long euro rimane comunque strategicamente confermato grazie anche ad una crescita dei rendimenti reali e ad un probabile stop nel ribasso dei tassi da parte della BCE.
Se negli Stati Uniti il rallentamento del mercato del lavoro potrebbe offrire la sponda anche ad un rallentamento dei salari (e quindi dell’inflazione) permettendo a Powell di diminuire il costo del denaro per contrastare gli effetti dei dazi, in Europa il timore di un allargamento dello scontro bellico con la Russia aumenta.
L’invasione dello spazio aereo polacco da parte di droni russi ha riacceso lo scontro con Mosca ed il rischio di un incidente militare ai confini aumenta. La NATO schiera le sue difese. Il silenzio americano è assordante e le divisioni politiche all’interno dell’Europa complice anche l’instabilità politica francese, alimentano l’incertezza.
Macron, dopo le dimissioni del premier in carica Bayrou, ha preferito conferire un nuovo mandato ad un fedelissimo come Lecornu, ma tutta da verificare la maggioranza che eventualmente lo sosterrà in Parlamento. La speculazione sui titoli di stato francesi per il momento non è sfociata in panico, ma indubbiamente le sfide a cui deve far fronte l’Europa non sono più solo economiche ma anche politiche.

La volatilità su EurUsd nonostante tutti gli eventi è in evidente fase di contrazione. Ormai da diverse settimane le distanze tra massimi e minimi intraweekly si stanno riducendo.
Si attende la FED e il suo orientamento di politica monetaria. Si attende anche l’evoluzione politica francese. Ed ora si attende anche lo svilupparsi delle tensioni belliche con la Russia.
Un clima di incertezza che non spinge gli investitori, comunque, verso il dollaro americano che a nostro parere rimane una valuta destinata a perdere terreno nei prossimi mesi dopo aver smaltito gli eccessi di ipercomprato del poderoso rally che ha trovato in estate un massimo in area 1,18.

Non serve molto per comprendere che l’incertezza sulla direzione futura di EurUsd è arrivata ad un punto di svolta osservando il grafico che mette in parallelo il cambio con l’Adx, tipico indicatore di forza del trend.
Scendendo sotto quota 10, come ha fatto pochissime volte negli ultimi 10 anni, per EurUsd abbiamo la certificazione dell’incertezza totale e dell’assenza di un trend che sta avvolgendo il cambio più importante del pianeta.
Obiettivamente le probabilità che da qui l’euro scenda o salga sono le stesse anche se le condizioni rimangono a nostro modo di vedere favorevoli a un proseguimento del rialzo. Comunque sia la volatilità su EurUsd è prossima ad esplodere e questo sarà pane per trader. Sopra 1,18 il long euro sarà da considerare con attenzione. Sotto 1,14 preferibile il lato short.