Azioni Amazon (AMZN)

Amazon è la società che molto probabilmente ha dato una svolta al mondo del commercio. La società fondata da Jeff Bezos nel 1995 iniziò infatti a vendere libri in una modalità completamente nuova per gli standard dell’epoca, ovvero online. Bezos approfittò delle potenzialità del web per rivoluzionare il mondo del commercio e, dopo lo scoppio della bolla speculativa sulle potenzialità nel 2000, riuscì a portare Amazon al suo primo profitto nel 2002. Da quel momento lo sviluppo della società fu travolgente con crescita esponenziale di utili, ricavi e quotazioni sul mercato azionario anche grazie a un ampliamento della base commerciale. Non più solo libri praticamente qualsiasi bene (e servizio) di consumo scambiabile online.

In quale settore di mercato opera Amazon

Amazon opera praticamente in tutti i settori nei quali è possibile lavorare con il commercio online. Dai libri, agli articoli per automobili, fino all’abbigliamento. Sono centinaia le tipologie di beni di consumo che possono essere acquistati tramite lo store della multinazionale americana la quale ha però diversificato il business anche in altre attività diventando sempre più internazionale. Ad esempio, Prime Video ha permesso alla società di Bezos di mettere un piede nel settore dell’intrattenimento, Deliveroo in quello delle consegne di pasti a domicilio. Amazon Web Services in quello del cloud. E questi sono solo alcune delle tante partecipazioni possedute dalla società.

Chi sono i competitor di Amazon

Tutti coloro che operano nel mondo dell’e-commerce di fatto sono concorrenti ma al tempo stesso collaboratori di Amazon siccome ormai avere un negozio virtuale sulla sua piattaforma appare vitale per il business. Al momento non esistono società che possono competere con Amazon se non per particolari segmenti di mercato o aree geografiche. eBay ad esempio è uno storico competitor di vendite online radicato a livello globale. Alibaba è invece un forte concorrente nel mondo asiatico, Cina in particolare. Netflix e Disney si contendono il primato nell’intrattenimento via web.

Chi sono gli azionisti principali della società

Jeff Bezos detiene la maggioranza relativa della società con oltre il 10% di quota azionaria. Seguono con percentuali attorno al 6% fondi di investimento come Vanguard e BlackRock. A febbraio 2021 Bezos ha lasciato la carica di amministratore delegato per diventare presidente esecutivo.

Amazon, Risultati finanziari del 2022

Il gigante del commercio mondiale online Amazon, nonostante un recupero nel quarto trimestre dello scorso anno, ha chiuso il 2022 con una perdita di bilancio di 2,7 miliardi di dollari (0,27 $ per azione) rispetto ad un utile di oltre 33 miliardi di dollari del 2021 (3,24 $ per azione).
L’aumento dei ricavi è stato del 9% e pari a 514 miliardi di dollari con un passo simile a livello geografico per America (+13%) e globale (+8%). I redditi operativi sono scesi di oltre 12 miliardi di dollari rispetto ai quasi 25 miliardi di dollari nel 2021.
Il dato dell’ultimo trimestre racchiude forse le indicazioni più preziose sull’andamento del business di Amazon. Un recupero dei ricavi del 9% a oltre 149 miliardi di dollari, ma un rallentamento nell’attività core al dettaglio e nel servizio Amazon Web Services (infrastrutture digitali, cloud, software). Il contesto economico stagnante a causa della guerra in Ucraina e dell’inflazione, combinato al rialzo dei tassi di interesse, stanno frenando la capacità di spesa dei consumatori a livello globale.
I costi sono uno dei problemi che il CEO di Amazon, Andy Jassy, sta cercando di contrastare con azioni come il taglio del personale per 18 mila unità già annunciato di recente. Annunciato anche il taglio di alcuni progetti poco remunerativi e la chiusura di alcuni store fisici.
L’effetto boomerang che sta caratterizzando Amazon dopo il ritorno alla normalità post pandemia sembra essere comune a molti giganti della tecnologia, soprattutto del commercio online. Basti pensare che le vendite erano aumentate del 50% per Amazon nel 2021 rispetto al 2019, addirittura del 90% per i servizi di supporto alla vendita che comprendono la pubblicità e gli abbonamenti a Amazon Prime (le cui tariffe sono aumentate nel corso del 2022).

Utili e ricavi – 2020

Il dato complessivo dei ricavi può però essere diviso tra il 55% di vendite di prodotti e il 45% di servizi. Geograficamente il Nord America genera il 30% dei ricavi mentre il 25% arriva dal segmento internazionale. Il resto è generato da Amazon Web Services che offre servizi di cloud, storage, data base, ecc… Gli effetti della pandemia e dei lockdown internazionali hanno fatto balzare gli utili di Amazon nel 2020 a 386 miliardi di dollari con previsioni per il 2021 che indicano in 477 miliardi il target possibile. Utili raddoppiati nel 2020 rispetto al 2019 con 41 dollari per azione. Nel 2022 gli utili dovrebbe valicare la soglia dei 50 dollari per azione.

La performance del titolo Amazon (AMZN) nel 2022

L’andamento dei prezzi di Amazon in borsa conferma una tendenza al ridimensionamento dell’intero settore growth, un trend in essere da quando la Federal Reserve ha cominciato ad aumentare il costo del denaro nel tentativo di frenare l’inflazione.
Seppur in rialzo da inizio 2023, il bilancio a 12 mesi per Amazon in borsa è ancora pesantemente negativo rispetto ai massimi del 2021 di 181 $ per azione. Il 2022 è stato un anno in cui il valore del titolo si è praticamente dimezzato. Dai 160 $ di inizio 2022 Amazon è scivolata fino agli 84 dollari di fine anno prima di abbozzare un rimbalzo. Una situazione che si è aggravata contemporaneamente alle mosse di rialzo dei tassi di interesse della FED che ha impattato sulle prospettive del titolo Amazon in borsa. Il trend, in questo momento, rimane decisamente orientato verso il basso a ridosso dei massimi del 2018.

Grafico azioni Amazon (AMZN) 2019 – 2023

Grafico azioni  Amazon (AMZN) 2019 - 2023
Grafico azioni Amazon (AMZN) 2019 – 2023

La performance del titolo Amazon (AMZN) nel 2020-2021

La società ha una capitalizzazione di borsa di 1,6 miliardi di dollari. Le quotazioni hanno toccato i massimi storici nel 2021 superando i 3750 $ per azione. Le azioni Amazon hanno toccato a marzo 2020 quota 1700 $ e da quel momento la crescita del prezzo ha generato una performance positiva di oltre il 60%. Nell’ultimo anno le azioni Amazon hanno prodotto un rendimento decisamente più contenuto e pari al 6% per effetto di un periodo di lateralità delle quotazioni che non ha tenuto il passo dell’indice generale S&P500 in guadagno del 35%. Dalla quotazione Amazon sul Nasdaq nel 1997 il titolo ha guadagnato la stratosferica percentuale del 37% annuo composto.

Pro e contro del business di Amazon

Il business di Amazon continua a espandersi come dimostrano i numeri di ricavi e utili. La scarsa concorrenza e il vantaggio competitivo acquisito non solo nel settore della vendita online, fanno sì che difficilmente nei prossimi anni la società potrà essere messa in difficoltà dai concorrenti. La pandemia ha dato una spinta ulteriore al mondo del commercio online nel quale la società americana è assoluta protagonista rendendo ancora più profittevoli gli investimenti fatti negli ultimi anni anche nel settore dell’intrattenimento.

Proprio questo ultimo settore potrebbe essere quello che risentirà di più della pressione sui margini. Concorrenti come Netflix e Disney impediranno un’espansione del business simile a quella del commercio online. Un fattore che potrebbe essere contro nel futuro di Amazon è quello della lotta dei governi nazionali ai paradisi fiscali e alle tassazioni di favore che finora hanno permesso a molte società tech americane di ottenere utili stratosferici aggirando le tassazioni locali a livello anche internazionale.

La storia di Amazon

Il nome originario dell’attuale Amazon.com in realtà era Cadabra.com. Questo fu infatti il marchio registrato da Jeff Bezos il 5 luglio del 1994 che nel 1995 lanciò la prima libreria online prendendo spunto dal nome del più grande bacino idrografico del mondo, il Rio della Amazzoni.

Ai libri presto si affiancarono DVD, CD musicali, software, videogame, abbigliamento, giocattoli, cibo e altro ancora. Un successo che però non arrivò immediatamente. Servirono sette anni per arrivare al primo profitto nel 2002. Un risultato simbolico da 1 cent di dollaro per azione che diede il via a un’ininterrotta (finora) striscia positiva di utili annuali. Nel 2005, anno del passaggio di Amazon nell’indice borsistico S&P500, i ricavi furono pari a 8,5 miliardi di dollari. Sempre in quell’anno nacque il sistema di recensioni online dei prodotti e l’apertura alle vendite da parti di clienti indipendenti da Amazon, i cosiddetti affiliati. Tramite link verso il sito della multinazionale americana i clienti potevano così acquistare da questi venditori i quali a loro volta ricevevano delle commissioni di affiliazione. L’idea fu copiata da molti concorrenti, ma ormai Amazon aveva acquisito un vantaggio competitivo notevole.

Seguirono nuove iniziative da parte di Bezos, dalla possibilità di auto pubblicare libri sulla piattaforma madre, all’ingresso nella distribuzione cinematografica fino al lancio di Amazon Prime, un servizio che garantisce tuttora la consegna in un giorno su alcuni prodotti.

Dalla consegna con i droni fino al lancio nel 2014 di Echo, un dispositivo per uso domestico dotato di speaker e microfono che integra all’interno un sistema di intelligenza artificiale denominato Alexa, la società di Bezos ha sempre cercato nell’innovazione la giusta miscela per incrementare il suo successo. A volte facendo un passo indietro, come ad esempio nel caso del flop nel mercato degli smartphone con il Fire Phone nel 2014, ma sempre facendo seguire due passi avanti a livello di business generale e soprattutto rendendo Amazon difficilmente scalabile dalla concorrenza.

Plus500
Visita Opinione

Servizio CFD. 82% dei conti al dettaglio di CFD perdono denaro.