Stellantis rappresenta il quarto produttore al mondo di automobili ed è un gruppo operativo in ogni continente su tutti i segmenti del mercato automobilistico e dei veicoli a trazione in genere.
Questo gruppo di oltre 400 mila dipendenti nasce dalla fusione di case automobilistiche a loro volta già presenti nella top ten dei produttori di auto. A Fiat Chrysler Automobilies (FCA) nel 2019 si è unita Peugeot S.A. (PSA) creando con questa operazione il colosso continentale che aveva in mente il suo ideatore, il compianto Sergio Marchionne. Fusione diventata efficace dal punto di vista operativo solo nel 2021, quando anche le azioni di Stellantis hanno fatto il loro debutto in borsa.
I marchi posseduti dal gruppo sono ben 14, tutti nomi che richiamano alla mente la storia dell’auto. Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Citroën, Dodge, DS Automobiles, FIAT, Jeep, Lancia, Maserati, Opel, Peugeot, Ram Trucks e Vauxhall, sono questi i marchi presenti attualmente sul mercato.
Stellantis è un gruppo internazionale che produce e commercializza automobili e veicoli commerciali. La copertura della gamma è totale, dalle auto utilitarie a basso valore aggiunto ai veicoli di lusso e d’alta gamma. Il gruppo opera anche in settori collaterali, come quelli della metallurgia e dei semilavorati finalizzati alla produzione delle auto oltre che in settori finanziari come quello assicurativo e del leasing.
Stellantis, grazie all’operazione di fusione diventata operativa nel 2021, è stata in grado di scalare la classifica dei produttori globali. Nel 2021 si posiziona al quarto posto. Toyota e Volkswagen occupano i primi due posti con 9,5 e 9,3 milioni di veicoli prodotti a fine 2020, seguiti da Renault-Nissan-Mitsubishi con 7,8 milioni di veicoli. Non essendo stato operativo nel 2020, il dato di Stellantis è solo stimato ma, unendo le forze dei vari gruppi presenti, dovrebbe superare i 6,8 milioni di auto prodotti dall’americana General Motors.
Il gruppo italiano Exor la cui maggioranza è in mano alla famiglia Agnelli detiene il 14% delle azioni del gruppo Stellantis, seguito da Peugeot con il 7%. BPI France, DongFeng detengono rispettivamente il 6% e il 5% mentre a seguire vengono i grandi fondi di investimento come BlackRock e Credit Agricole con il 3,5%.
Non esistendo il gruppo pre 2021, i dati su utili e ricavi che vengono illustrati di seguito sono frutto di stime e unione di dati dei gruppi pre-esistenti del passato. Nel 2020 i ricavi erano stati pari a 86 miliardi di euro mentre per il 2021 la stima è di 154 miliardi con una previsione per il 2022 di un ulteriore incremento a 166 miliardi. Guardando agli utili per azione, il 2020 è stato un anno nero per l’auto, considerando la pandemia e i ripetuti lockdown; questi eventi hanno abbattuto l’utile del gruppo a 1,19 euro per azione. La previsione per il 2021 è di 3,43 euro con una stima per il 2022 di incremento a 3,66 euro. A livello geografico il NAFTA (ovvero il mercato nord americano) rappresenta il maggior contributore in termini di ricavi con oltre 60 miliardi di euro di ricavi nel 2020, seguito dal mercato EMEA (Europa e Middle East) con oltre 16 miliardi di euro.
Le azioni Stellantis sono quotate al New York Stock Exchange e sulla borsa italiana di Milano e Parigi con il ticker STLA. Al valore delle azioni Stellantis di oggi 30 settembre, la capitalizzazione è superiore ai 52 miliardi di euro. Il prezzo delle azioni Stellantis ha toccato nel 2021 il suo massimo sopra quota 18 euro con un guadagno che da settembre 2020 a settembre 2021 è stato del 96% contro un guadagno nello stesso arco temporale del 38% da parte dell’indice FtseMib. I dati sono comprensivi dei dividendi reinvestiti. Dopo un minimo toccato a marzo 2020 di 4,4 euro, il titolo Stellantis è salito di oltre il 270% stando al prezzo di settembre 2021.
Il business di Stellantis è stato duramente colpito dalla pandemia nel corso del 2020. Inoltre, lo scenario è ancora incerto a causa della ripresa post pandemia che sta provocando colli di bottiglia sia dal lato della domanda che dal lato dell’offerta con l’aggravante che il mercato dei chip, prodotti ampiamente utilizzati nelle automobili moderne, sta vivendo una fase difficile con forti incrementi di prezzo.
L’operazione di fusione tra FCA e PSA operativamente ha preso corpo nel 2021 e quindi gli effetti delle economie di scala e degli investimenti ancora non si intravedono nei conti del gruppo.
La grande sfida dell’auto elettrica di nuova generazione che coinvolgerà tutti i gruppi automobilistici è un punto interrogativo che crea qualche elemento di incertezza sul futuro anche del valore delle azioni STLA.
D’altro canto, la forza dimensionale e l’organizzazione di un gruppo che ha unito la tradizione europea e americana nel mondo dei motori è un notevole punto di forza della società.
I nuovi obiettivi di abbattimento delle emissioni nocive di CO2 mettono proprio gli investimenti nelle auto pulite al centro delle attenzioni degli investitori globali alla ricerca di nuove e profittevoli opportunità.
Sembra che i mercati finanziari credano nella società, e la borsa ha premiato negli ultimi mesi con un corposo rialzo della quotazione di STLA.