Spot EurUsd: 1.1770
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1700, 1.1630, 1.1600) Resistenze (1.1800, 1.1910, 1.1975)
Strategia: Long a 1.1750
Stop loss: 1.1630
Take profit: 1.2200
Il dato relativo all’inflazione americana non ha sortito grandi effetti sui mercati valutari. In uno dei mesi di agosto più caldi della storia del pianeta, il forex si mantiene stranamente tranquillo. Merito di banche centrali che hanno anestetizzato il mercato con grandi iniezioni di liquidità, ma anche di assenza di situazioni di stress nel mondo emergente, almeno per il momento. Tornando al dato dell’inflazione americana possiamo annotare come questo è uscito in linea con le attese e sopra al 5% con un dato core depurato dagli effetti volatili di cibo e energia comunque ancora abbondantemente sopra il 4%. Lo stress da riaperture e collo di bottiglia nelle forniture non si è ancora sopito nella catena produttiva ed anzi diverse multinazionali hanno già cominciato a ritoccare i listini.
Gli occhi degli analisti sono però orientati a Jackson Hole a fine mese. Powell potrebbe dare qualche indicazione preziosa sulla politica monetaria anche se diversi esponenti del board FED sono usciti allo scoperto mostrando le diverse vedute all’interno dello stesso. Tapering fin da subito o attendere fino al 2022 con dati sul mercato del lavoro così forti come quelli usciti di recente? Una bella matassa da sbrogliare e che per ora vede il dollaro vincente (sceso a 1.17 contro euro) e i metalli preziosi perdenti. Se i tassi reali risalgono, o comunque la politica monetaria si irrigidisce, oro e argento perdono appeal e di converso il dollaro risulta più interessante.
Sarà a questo punto anche interessante capire come l’Europa uscirà in termini di dati macroeconomici da un’estate anomala, ma certamente diversa da quella 2020 con riaperture più diffuse e vaccinazioni che ormai hanno raggiunto più di metà della popolazione. I dati di inflazione del Vecchio Continente non sposteranno la politica di una BCE che proprio a luglio ha annunciato che tollererà un CPI sopra il 2% per un certo periodo di tempo. Anche questo è alla base del recente indebolimento dell’euro.
Dal punto di vista dell’analisi tecnica confermiamo ciò che era emerso dai grafici della settimana scorsa. Area 1.17/1.175 è l’ultimo baluardo di difesa per la moneta unica europea. Perdere questo sostegno significherebbe andare fino a 1.10, obiettivo teorico della figura di testa e spalla. Le divergenze prezzo- RSI sono evidenti con EurUsd che esce dall’ipervenduto ma con prezzi che limano esattamente il bottom di marzo. Solo il break del supporto confermerà la necessità di chiudere le posizioni long di euro.
Ma andiamo anche a vedere cosa succede al Dollar Index. Cambia la forma ma non la sostanza. Qui abbiamo un doppio minimo 2021 che si sta profilando con area 93/93.5 a fare da baricentro. Il sostegno della media mobile a 200 giorni è stato finora importante per rilanciare l’azione del dollaro e solo una sua perdita (quindi 92) formalizzerebbe anche qui una figura di testa e spalla ma la contrario, ovvero ribassista. Il momento è delicato e la fine di agosto potrebbe essere risolutiva per chiarire diverse situazioni di incertezza.