EurUsd outlook settimanale del 7 Dicembre 2021 – La FED depone le armi

  • La FED cambia strategia dopo la riconferma di Powell. Tapering più veloce e tassi in rialzo nel primo semestre 2022
  • In Europa l’inflazione sorprende al rialzo e il 16 dicembre da capire se anche la Lagarde cambierà opinione sulla politica monetaria dell’anno prossimo
  • EurUsd attutisce il colpo legato alla notizia di una FED più aggressiva. Area 1.12 rimane per ora un baluardo insormontabile

L’inflazione non è più temporanea

Powelll depone le armi e davanti alla Commissione Finanze del Senato americano ha comunicato ai mercati quanto necessario sia accelerare il tapering, ovvero la riduzione del piano di stimoli generata dal riacquisto di obbligazioni. Probabile quindi il raddoppio del tapering a dicembre passando da 15 a 30 miliardi di dollari con la fine prevista per marzo. E siccome la parola transitoria dovrà essere rimossa dalle future dichiarazioni che riguardano l’inflazione, anche il rialzo dei tassi negli USA avverrà nel primo semestre 2022. Immediata la reazione del dollaro che comunque non è riuscito a scalfire quell’area di 1.12 che caratterizza la base di supporto più importante nel rapporto con l’euro.

Il motivo è da ricercare nel contestuale calo delle aspettative inflazionistiche e nell’appiattimento della curva dei rendimenti che segnale rallentamento economico in vista, fisiologico considerando il vero e proprio boom 2021.
La domanda interna americana è esplosa grazie ad una combinazione senza precedenti di stimoli monetari e fiscali. E’ arrivato il momento di togliere dal tavolo un po’ di euforia deve aver pensato la FED ed infatti la reazione di azioni e commodities non è stata delle migliori post audizione di Powell. Probabile a questo punto un po’ di volatilità fino al prossimo meeting della FED previsto per il 15 dicembre.

In Europa il Covid torna a fare paura con la variante Omicron che ha colpito soprattutto le borse europee preoccupate da nuovi lockdown. La mappa dei contagi è in rapido aumento e i dubbi circa la capacità dei vaccini attuali di arginare l’onda sudafricana preoccupa i mercati.

L’inflazione della zona Euro ha sorpreso al rialzo con un tasso annuo 4,9% contro attese di 4,5%. Anche il tasso core è salito ben oltre il 2%, a 2,6%. Preoccupano i prezzi alla produzione usciti con un rialzo in doppia cifra a ottobre (19%) e questo suggerisce una persistenza delle pressioni sui prezzi. Chissà se il 16 dicembre Miss Lagarde cambierà quell’atteggiamento decisamente dovish dei giorni scorsi e che aveva contribuito ad affossare l’euro.

Niente da fare, area 1.12 regge il colpo

Sul cambio EurUsd non ci sono grandi novità se non la conferma che i supporti reggono e che area 1.12 è fondamentale per la ripartenza di EurUsd. Le tensioni sugli spread periferici europei rimangono un elemento di disturbo nel tentativo di recupero dell’euro. L’estensione del ribasso in corso risulta pari a 1.618 volte la prima proprio a 1.123 e questo rappresenta un punto tecnico cruciale. Il fatto che il biglietto verde abbia interrotto il suo rafforzamento nonostante la forte volatilità sui mercati azionari ci fa pensare ad un proseguimento dello stallo con un range 1.12-1.15 che al momento sembra essere lo scenario più probabile per le prossime settimane.

EurUsd (grafico daily) – i supporti di 1.12 reggono alla pressione del dollaro

Torniamo a EurUsd ma su scala settimanale. Il cambio è sceso in ipervenduto. L’ultimo episodio risale al 2018 ed in quel caso eravamo solamente a metà di un percorso bearish su EurUsd che avrebbe condotto il cambio diversi mesi dopo a 1.06.

Anche allora la violazione della media mobile a 100 giorni aveva favorito l’accelerazione al ribasso e il contenimento successivo. Questo suggerisce 1.16 come resistenza per le prossime settimane.

EurUsd (grafico weekly): ipervenduto chiama ipervenduto su EurUsd

EurUsd outlook settimanale del 30 Novembre 2021 – Il Black Friday del dollaro

  • Un venerdì nero travolge anche il dollaro che perde oltre 100 pips in poche ore dopo aver toccato un nuovo massimo contro euro
  • La politica monetaria della BCE rimarrà accomodante ancora a lungo a differenza di quella americana che probabilmente alzerà i tassi prima del previsto nel 2022
  • EurUsd che scende fino a 1.11 prima di rimbalzare violentemente aggrappandosi all’ultimo supporto di 1.129

La variante sudafricana spaventa tutti i mercati

Fino a venerdì non era bastata all’euro la decisione della coalizione tedesca di nominare nuovo Cancelliere Olaf Scholz per ritrovare la via del rialzo. Complice forse l’uscita di un IFO tedesco ancora in calo a novembre nella componente aspettative e i lockdown imminenti o già attivati in terra tedesca, austriaca e olandese, la divisa europea era rimasta in sofferenza toccando quota 1.11.

Proprio la quarta ondata di pandemia rappresenta il catalizzatore principale del cambio di atteggiamento degli ultimi giorni da parte della BCE. Prudenza e passi graduali di normalizzazione del costo del denaro, ha detto ai mercati Miss Lagarde. E questo significa tapering che potrebbe essere rimandato nel mese di dicembre e tassi che prima del 2023 non verranno ritoccati.

I periferici europei rimangono in sofferenza con lo spread tra Btp italiano e Bund tedesco che ritocca i massimi di ottobre a 130 punti base. Stesso discorso sui titoli spagnoli e greci. Un ulteriore segnale di tensione che ha danneggiato l’euro.

Altro fattore che ha zavorrato la moneta unica europea e favorito il dollaro sempre fino a venerdì l’allargamento dello spread, questa volta tra tassi americani e tedeschi. Le prospettive di rialzo del costo del denaro in America prima del previsto stava spingendo il biglietto verde. Il due anni americano ha superato lo 0,6% di rendimento, il decennale si posiziona 100 punti base sopra. Questo movimento ha determinato nel mese di novembre uno spread Treasury-Bund passato da 165 punti base a 185 con ovviamente il dollaro a trarre beneficio da questo movimento.

La continuità nella politica monetaria della FED con la conferma di Powell continua dato vigore a un biglietto verde che ha risposto molto bene anche alla dodicesima settimana consecutiva di calo delle richieste settimanali di sussidio alla disoccupazione. Abbiamo volutamente parlato al passato perché il venerdì nero dei mercati finanziari ha rimesso tutto in discussione. La variante sudafricana che sta preoccupando il mondo ha provocato un sell off generalizzato di tutto ciò che fino a quel momento aveva guadagnato terreno. Azioni, commodities e anche il dollaro risalita a 1.13 contro euro.

Un rimbalzo doveroso per EurUsd

La scorsa settimana avevamo definito capitolazione quella dell’euro. Con la reazione di venerdì dopo l’ennesimo minimo ne abbiamo avuto la conferma. Dal punto di vista tecnico l’ipervenduto è dilagante su EurUsd. Dopo la violazione al ribasso del 61.8% di ritracciamento di Fibonacci del precedente rialzo aveva aperto prospettiva di un nuovo affondo verso 1.10, il 78.6% di ritracciamento. Poi però è arrivato il rimbalzo (tra l’altro esattamente nel punto dove la seconda gamba correttiva partita a giugno è pari a 1.618 volte la prima terminata ad aprile) che non inverte la tendenza, ma contribuisce ad alleviare un po’ di pressione sulla moneta unica.

EurUsd (grafico daily) – un rimbalzo doveroso ma che non inverte la tendenza

Torniamo a monitorare alla luce dell’ultimo movimento il modello mensile di EurUsd basato sul ROC. Come detto nelle settimane scorse, il pattern ideale per assistere alla formazione di un minimo primario sull’euro è quello che prevede un tasso di variazione a 13 mesi che deve toccare quota -10%. Siamo al momento a -3% e quindi c’è ancora un po’ di strada da percorrere.

EurUsd (grafico monthly): il ROC a 13 mesi è ancora lontano dal segnalare un bottom primario

EurUsd outlook settimanale del 23 Novembre 2021: La BCE apre le porte alla svalutazione dell’euro

  • La pandemia rialza la testa in Europa e la BCE torna ad essere cauta sulla normalizzazione della politica monetaria nel 2022
  • Negli Stati Uniti Powell sembra essere prossimo alla riconferma alla guida della FED
  • EurUsd raggiunge gli obiettivi tecnici di 1,129. Prossima fermata 1,10

In Europa torna l’incubo lockdown

Prosegue la corsa di un dollaro americano che raggiunge in una settimana il target di prezzo che avevamo indicato come cruciale per i prossimi mesi. Scendere sotto 1.13 è stato un gioco neanche tanto complesso per il biglietto verde dopo che la BCE ha di fatto dato semaforo verde alla discesa dell’euro.

Lagarde ha ripetuto ai mercati, dopo aver preso atto che nominare il tapering ha creato tensione sugli spread periferici, che la banca centrale europea procederà con molta cautela e gradualità nella direzione della normalizzazione del costo del denaro. Un rialzo nei tassi non è tema del 2022 e forse nemmeno del 2023. Serve pazienza, ha detto Lagarde, per far convergere i prezzi verso l’obiettivo medio del 2% di inflazione.

Le curve di aspettativa di inflazione del resto parlano chiaro. Mentre in Europa non si va oltre il 2% a distanza di 5 anni, in America il mercato prezza già un’inflazione sopra al 3% mediamente per il prossimo lustro. Un problema che forse affronterà Powell o il suo successore visto che la conferma dell’attuale Governatore non è così certa.

L’Europa si trova oltretutto alle prese con una quarta ondata pandemica che dopo l’Austria rischia di mettere in lockdown la Germania. Dopo un’estata passata a chiedere ai cittadini una vaccinazione di massa, alcuni paesi si trovano a fare i conti con un’accelerazione dei contagi che bloccherà inevitabilmente diverse attività produttive legate ai servizi alla persona. E per questo la BCE è tornata molto cauta sulla normalizzazione della politica monetaria.

Opposta invece la visione della Gran Bretagna dove dati macro piuttosto positivi dal mercato del lavoro e inflazione in rialzo, mettono le ali alla sterlina in vista di un rialzo dei tassi di interesse che potrebbe arrivare già a dicembre.

In America le borse si mantengono vicine ai massimi storici ad un passo dal record del 1995 quando i nuovi massimi registrati in un anno solo furono ben 77. La pubblicazione dei verbali relativi all’ultimo meeting FED prevista per il 24 novembre sarà cruciale per capire le reali intenzioni della banca centrale nell’attesissimo meeting di dicembre. La curva dei rendimenti questa settimana non si è mossa molto con i tassi a 2 anni vicini a 0,5% e quella a 10 anni 100 punti base sopra. I tassi reali continuano a ristagnare nella parte più bassa della negatività. Un titolo decennale oggi paga un rendimento reale negativo del 1,1% all’investitore. In questo contesto l’oro ha saputo rialzare la testa.

EurUsd, siamo alla capitolazione?

Tecnicamente non possiamo che riprendere i concetti della scorsa settimana.
Raggiunto il target di 1.129 rappresentato dal 61.8% di ritracciamento di Fibonacci del rialzo partito da marzo 2020.
Il distacco dalla media mobile a 12 mesi di 1.17 è ormai consolidato ed a questo punto possiamo cominciare a ragionare su quanto questo distacco sia estremo o meno. Il price oscillator ci può aiutare in questo contesto. Possibile che la capitolazione dell’euro sia cosa fatta. La distanza del prezzo spot dalla media mobile a 200 giorni ha superato il 4%, esattamente come a marzo 2020 quanto la moneta unica tocco il bottom.

EurUsd (grafico daily) – l’euro nelle stesse condizioni di marzo 2020

L’ADX nel brevissimo non lascia molte speranze all’euro, ma non è escluso un rimbalzo più vigoroso entro fine anno. La salita sopra quota 30 apre le porte ad una accelerazione ulteriore del trend con 1.10 che a questo punto potrebbe essere il prossimo passaggio. I casi precedenti ci dicono che solitamente il ribasso prosegue per qualche seduta prima di trovare la forza di rimbalzare verso la media mobile a 20 giorni. A fine novembre potrebbe assistere a questo movimento.

EurUsd (grafico daily): l’ADX segnala forza di dollaro in accelerazione

Analisi Tecnica EurUsd 16 Novembre 2021 – Il dollaro riapre il gas

Spot EurUsd: 1.1360
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1250, 1.1170, 1.1000) Resistenze (1,1520, 1.1608, 1.1690)
Strategia: Short a 1.1520
Stop loss: 1.1.1700
Take profit: 1.1190

La Germania alla ricerca di una guida

Il dollaro continua a muoversi nella direzione che da tempo avevamo indicato come probabile. Su queste pagine abbiamo ribadito diverse volte come il tema inflazione sarebbe rimasto al centro dell’agenda delle banche centrali, con quella calma apparente mostrata da FED e BCE che sarebbe stata scossa da nuovi movimenti tellurici sul fronte dei prezzi al consumo. Uno dei motivi era legato ad un tasso di variazione dei prezzi alla produzione ancora decisamente “caldo” e superiore in termini numerici al numero espresso dall’inflazione.

Ci ha poi pensato il dato shock di ottobre a riportare tutti alla realtà.
Un tasso di inflazione al 6,2% e un tasso core depurato delle componenti volatili come cibo e energia al 4,6% (abbondantemente sopra le attese), ha innescato una nuova corsa al dollaro sulla speculazione che la Federal Reserve sarà costretta a muoversi sui tassi di interesse prima del previsto.

Lo sfondamento di area 1.15 da parte di EurUsd ha un impatto notevole in quanto va a scalfire una zona di prezzo decisamente tosta. Ne riparliamo nella sezione seguente dedicata all’analisi tecnica.
Mentre a Washington è in corso la battaglia per la successione di Powell (sarà confermato oppure sostituito?) la FED osserverà con molta attenzione il dato sul deflatore del Pil in uscita il 24 novembre.

Quello sarà l’indicatore in grado di misurare la febbre reale del paese per quello che riguarda l’inflazione. Intanto gli esponenti della banca centrale più importante al mondo continuano in ordine sparso a mandare messaggi hawkins. Bullard ad esempio si è mostrato particolarmente preoccupato per la ricaduta sui consumatori dell’attuale dinamica dei prezzi alla produzione e indica per certi due rialzi nei tassi nel corso del 2022.

La Germania è forse il paese d’Europa dove il tema inflazione è storicamente più sentito. Il dibattito è aperto anche e soprattutto a livello politico dove si ricerca una quadra per sostituire Angela Merkel. Oltre alla scelta del leader politico, dovrà infatti anche essere designato il nuovo presidente della Bundesbank in sostituzione del dimissionario Weidmann. Grandi manovre in corso che indeboliscono l’euro.

Prossima fermata 1.12

EurUsd è andato così a colpire il nostro target short sul quale abbiamo preso profitto. Debolezza quella di EurUsd che non è unica nel panorama valutario. Infatti anche lo Yen è sotto pressione con il cambio UsdJpy di nuovo a ridosso di 115.

Tornando a EurUsd il supporto che avevamo individuato in 1.149 è stato definitivamente violato al ribasso e questo apre le porte a quell’area 1.12 rappresentativa del 61.8% di ritracciamento di Fibonacci nonché target della figura di testa e spalla rialzista.

Cominciano intanto ad emergere le prime divergenze prezzo – Rsi.

EurUsd (grafico daily) – cominciano a emergere le prime divergenze tra prezzi e Rsi

La fase di rafforzamento del dollaro non riteniamo possa considerarsi ancora esaurita e questo concetto lo ribadisce il Rate of Change. Il tasso di variazione a 13 mesi è ancora lontano da quel -10% che in passato ha anticipato i minimi primari sul cambio. Sarà questo un grafico che monitoreremo con grande attenzione nei prossimi mesi perché potrà fornire i giusti indizi per individuare il punto primario di bottom su EurUsd.

EurUsd (grafico monthly): il ROC potrà indicarci il momento buono per tornare long di EurUsd

Analisi Tecnica EurUsd 9 Novembre 2021 – Tapering ai nastri di partenza

Spot EurUsd: 1.1590
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1490, 1.1420, 1,1170) Resistenze (1.1690,1.1800, 1,1910)
Strategia: Short a 1.1700
Stop loss: 1.1700
Take profit: 1.1490

Boom di occupati e inflazione che non si smonta

Nuova settimana e nuovi massimi storici sui mercati azionari grazie a banche centrali che continuano a mantenere un mood dovish.

La Federal Reserve ha ufficializzato nel FOMC della scorsa settimana l’avvio del tapering. Una riduzione negli acquisti di bond per ora da 15 miliardi al mese con esaurimento del processo a metà 2022.La Bce al contrario si mostra prudente e quasi con fastidio sembra voler respingere ogni proposta di normalizzazione.

Questione di tempo sembra dire il mercato che però premia il dollaro e punisce l’euro ormai rimasto, assieme a Giappone e Svizzera, una delle poche aree nel mondo dove i tassi non sono previsti in rialzo.

Quello che è piaciuto al mercato azionario (ma anche obbligazionario) è stato il tenore del discorso di Powell. Ai margini della decisione di mantenere i tassi invariati, il Governatore della FED ha di nuovo manifestato il suo scetticismo verso un livello di inflazione che strutturalmente si mantiene su questi livelli così elevati (siamo sopra al 5%). Serve quindi ancora prudenza sui tassi di interesse e solo un mercato del lavoro in miglioramento guiderà futuri ritocchi all’insù. La risposta da quest’ultimo è però arrivata venerdì con dati record di nuove buste paga emesse a ottobre.

Il mercato interbancario però rimane guardingo. Al momento le probabilità di un inasprimento del costo del denaro in America entro il 2022 è pari al 90%. Non poca cosa.

Diverso il discorso in Europa. Il QE ha “comprato” negli ultimi mesi oltre il 70% del Pil domestico dell’Eurozona, quasi il doppio rispetto all’impegno della FED. Anche Lagarde però sottolinea come l’inflazione è un fattore temporaneo a causa di colli di bottiglia nelle forniture e prezzi delle materie prime saliti troppo. Dichiarazione quella di Lagarde, servita più che altro per stroncare speculazioni su rialzo dei tassi e avvio del tapering nel 2022 con conseguente allargamento degli spread tra paesi core e periferici. Non a caso il rimbalzo dell’euro nei giorni scorsi era arrivato in concomitanza con un cospicuo allargamento degli spread Italia – Germania.

Euro che però, dopo una illusoria ripresa, ha ricominciato a scendere anche contro quelle valute tecnicamente più simili come Yen e Franco svizzero. Per non parlare poi della sterlina inglese trainata dalle speculazioni su un rialzo dei tassi in UK già nel mese di dicembre.

Euro incapace di reagire

Il nostro trade short EurUsd si muove come da attese e questo ci permette di guardare serenamente l’andamento del mercato senza grandi preoccupazioni. Esemplare sotto questo punto di vista il test della zona di resistenza offerta dalla down trend line in essere da maggio. Con un bearish engulfing pattern EurUsd è stato respinto ed ora mette nel mirino 1.1490 per continuare il suo percorso verso l’obiettivo teorico che abbiamo fissato in 1.12.

EurUsd (grafico daily) – colpita la down trend line si torna a scendere

La conferma del trend bearish di EurUsd arriva dal grafico su scala mensile. Qui il Macd nel 2021 ha formalizzato l’inversione di tendenza come aveva già fatto nel 2018. A questo punto la media mobile a 12 mesi di 1.173 dovrebbe fare da resistenza con il passaggio del Macd sotto la linea dello zero a dare ulteriore vigore al bear market.

EurUsd (grafico monthly): dal Macd segnale bearish di medio periodo

Analisi Tecnica EurUsd 2 Novembre 2021 – Quanto dirà la FED ai mercati?

Spot EurUsd: 1.1590
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1490, 1.1420, 1,1170) Resistenze (1.1800, 1,1910, 1.1975)
Strategia: Short a 1.1700
Stop loss: 1.1850
Take profit: 1.1490

L’economia USA è sempre pimpante

La pausa di riflessione che la settimana scorsa avevamo segnalato come probabile nella discesa di EurUsd è effettivamente arrivata. Non abbiamo assistito ad un rimbalzo clamoroso dell’euro, piuttosto a un dollaro con il fiato corto.

La settimana che porterà al FOMC è chiave per interpretare cosa potrebbe succedere alla valuta americana. La BCE non ha fatto trapelare nulla di nuovo nel suo meeting mensile. Ripresa strozzata dal post pandemia ha detto Miss Lagarde, ma inflazione che rallenterà nel 2022. Se ne riparlerà a dicembre quando i piani di riacquisto verranno probabilmente rimodulati. L’inflazione morde (4,6% in Germania) e le misure di stimolo progressivamente verranno smantellate. Per i tassi c’è tempo. Non tutto questo tempo invece ci sarà negli Usa.

Il repentino rialzo dei tassi a breve (il 2 anni è sopra lo 0,5%) e l’appiattimento della curva dei rendimenti (il titolo a 30 anni non va oltre il 2% di rendimento) segnala l’inevitabilità di un rialzo del costo del denaro per fronteggiare il rischio inflazione. Un rialzo che però comincerà a strozzare un po’ la crescita. Il FOMC annuncerà l’avvio del tapering e comincerà ad offrire in pasto al mercato qualche indicazione aggiuntiva sull’evoluzione dei tassi. I dati macro confortano su un proseguimento della ripresa.

Intanto Biden annuncia che l’accordo sull’ormai atteso piano infrastrutturale dovrebbe essere stato raggiunto. Molto meno dei 2,5 trilioni annunciati in un primo momento, ma comunque 1,75 trilioni che rilancerebbero con forza gli investimenti.

Se Wall Street ha aggiornato per l’ennesima volta il tabellino dei massimi storici, alcuni dati regionali della FED e la di fiducia dei consumatori stanno mostrando una ripresa inaspettata alla vigilia della stagione natalizia. Considerando la forte pressione sui prezzi al consumo e dell’energia conforta in tal senso il giudizio dei consumatori. Il Pil del terzo trimestre è uscito inferiore alle attese (2% trimestrale) complice un’erosione piuttosto forte da parte del deflatore (l’inflazione misurata in 5,7%). Bene i consumi saliti del 1,6% contro 0,9% atteso.

I supporti mantengono l’euro a galla

Passando all’analisi tecnica che ci accompagna nell’ultima parte di questo racconto settimanale di EurUsd, non possiamo che constatare la buona tenuta per il momento dei supporti. A 1.149 il movimento di rialzo 2020-2021 è stato ritracciato al 50% rendendo consistente questa soglia tecnica. Un rimbalzo, quello per ora solo abbozzato, che può essere tollerato fino alla media mobile a 200 giorni in transito attualmente a 1.181. Di più però non ci aspettiamo.

EurUsd (grafico daily) – un rimbalzo che fatica a prendere inerzia

Resistenza di spessore confermata anche dalla Ichimoku cloud. Come si vede dal grafico le nuvole di resistenza si posizionano attualmente poco sotto 1.18 offrendo in pasto agli analisti tecnici la conferma che quella potrebbe essere la zona di prezzo giusta sulla quale valutare un ingresso short. La fine del 2020 si dovrebbe ancora confermare favorevole al dollaro Usa.

EurUsd (grafico daily): area 1.18 si conferma solida resistenza di medio periodo

Analisi Tecnica EurUsd 12 Ottobre 2021 – L’autunno comincia sotto il segno del dollaro

Spot EurUsd: 1.1580
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1490, 1.1420, 1,1170) Resistenze (1.1850, 1,1910, 1.1975)
Strategia: Short a 1.1700
Stop loss: 1.1850
Take profit: 1.1490

Occupazione deludente, inflazione preoccupante

Il dollaro chiude la settimana sugli scudi confermando come la risalita dei rendimenti obbligazionari su tutti i tratti di curva ha aumentato l’appeal della divisa americana. Nonostante una chiusura di ottava caratterizzata da un dato sullo stato dell’occupazione non entusiasmante, il biglietto verde si è mantenuto sotto 1.16 contro euro.

La disoccupazione a settembre è infatti risalita al 4,6% dal 4% con 194 mila posti di lavoro creati contro i 500 mila previsti. Una doccia fredda che ha arrestato la corsa dei rendimenti decennali Usa arrivati fino a 1.6%. Preoccupa però l’inflazione e questo potrebbe giustificare la tenuta del dollaro. I salari settimanali sono infatti cresciuti su base annua del 4,6% confermando la pressione, non solo su prezzi al consumo e produzione, ma anche sugli stipendi. Powell dovrà prenderne atto e oltre al tapering inevitabile che verrò annunciato a inizio novembre, cominciare anche ad aprire il capitolo sui tassi.

Finora la forza del dollaro è stata in perfetta sintonia con quella delle commodity creando una sorta di tempesta perfetta per aree economiche come l’Europa importatrici nette di risorse naturali. La debolezza dell’euro deriva da questo, ma anche da dati macroeconomici peggiori delle aspettative, addirittura peggiori in termini relativi di quello che stiamo vedendo negli States. La BCE a sua volta si mantiene molto abbottonata e l’assenza di aperture su tapering e tassi indebolisce un euro alle prese con una difficile transizione politica in Germania.

Lo spread Usa-Germania è risalito a 175 punti, 15 punti in più rispetto a metà settembre. Ovviamente questa maggiore remunerazione dei bond americani viene premiata dal mercato.

Rimane sul tavolo la questione del tetto del debito. Il senato americano ha approvato una norma che sposterebbe a dicembre la dato di sfondamento del debt ceiling, ma è la camera l’osso duro e qui le divisioni politiche sono ancora ampie. Intanto il 18 ottobre segnalato come data ultima dalla Yellen per evitare lo shut down si avvicina.

Il trend bearish di EurUsd si consolida

Sul fronte dell’analisi tecnica completato il testa e spalla ribassista il cambio EurUsd volge il suo sguardo verso 1.12. Vero che l’ipercomprato è dilagante ma l’ADX, indicatore di forza del trend è salito sopra quota 30 e questo denota accelerazione nella tendenza. Ogni rimbalzo verso la media mobile a 20 giorni di 1.165 dovrà essere sfruttato per andare corti di EurUsd.

EurUsd (grafico daily) – l’ADX conferma che il trend ribassista sta acquisendo forza

Lasciata alle spalle la media mobile a 12 mesi di 1.177 EurUsd guarda adesso ai ritracciamenti di Fibonacci per individuare livelli utili di supporto. Il primo si posiziona a 1.149 (50% di ritracciamento di tutto il rialzo precedente 1.064-1.234), il secondo a 1.1290 (61.8% del medesimo ritracciamento). Salvo che quella in corso non rappresenti una clamorosa trappola per tori, il detto ipervenduto chiama ipervenduto dovrebbe funzionare anche per EurUsd, almeno in questo momento di mercato.

EurUsd (grafico daily): prossima fermata 50% e 61.8% di ritracciamento di Fibonacci

Analisi Tecnica EurUsd 5 Ottobre 2021 – Il dollaro scuote i mercati

Spot EurUsd: 1.1620
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1490, 1.1420, 1,1170) Resistenze (1.1850, 1,1910, 1.1975)
Strategia: Short a 1.1700
Stop loss: 1.1850
Take profit: 1.1490

Il mercato non crede alla FED

Il dollaro alza prepotentemente la testa e le motivazioni sono tante. La situazione di tensione sul credito in Cina rimane con le continue iniezioni di liquidità da parte della banca centrale che non fanno che evidenziare quanto alto sia il rischio di una crisi all’interno del sistema creditizio cinese. Questa incertezza riporta denaro sul biglietto verde. Denaro che arriva anche dagli arbitraggi sul mercato obbligazionario. Il rialzo dei rendimenti sulla parte lunga della curva con il decennale USA sopra l’1,5% e il contestuale rialzo anche dei rendimenti a breve termine, indicano come il mercato comincia a pensare che l’inflazione sopra al 2% sia strutturale e che la FED potrebbe agire prima del previsto sui tassi. Il carry trade in questi casi si muove a favore della valuta a più alto rendimento o comunque con prospettive di rialzo dei tassi a discapito di quelle valute come Euro e Yen dove questa ipotesi è alquanto remota.

Altro elemento di instabilità sui mercati è il rischio di nuovo shutdown a causa dello sforamento sul tetto del debito americano. Janet Yellen ha allertato che l’America “will run out of cash” il 18 ottobre salvo che il Congresso non proceda a livello legislativo prima. Con il passare degli anni si è compreso che lo shutdown non è in grado di provocare quella catastrofe che in molti pronosticavano già 10 anni fa. Quando il tetto è raggiunto il Tesoro non può più creare debito e vengono sospesi diversi pagamenti federali come quelli degli stipendi dei dipendenti. Anche questa volta la telenovela di risolverà con una trattativa politica tra repubblicani e democratici fino all’ultimo minuto se non oltre. Il rischio più forte per i mercati e per il dollaro? Quello di un nuovo downgrade del debito americano da parte delle agenzie di rating.

L’Europa intanto assiste per ora con indifferente al movimento sul dollaro. Positivo in quanto crea una misura espansiva in termini di politica monetaria. Un po’ meno lato inflazione importata ora che le commodities hanno livelli di prezzo particolarmente sostenuti. Siccome però le aspettative di inflazione in Europa rimangono più contenute il movimento per ora è tollerato dalle autorità monetarie ma la guardia deve rimanere alta.

Strada spianata per il dollaro

Dal punto di vista tecnico il testa e spalla ribassista su EurUsd è stato formalizzato. Come vediamo dal grafico anche ragionando in un’ottica temporale più ristretta il doppio test della media mobile a 200 giorni ha generato le premesse per un doppio massimo. Figura completata mercoledì con il break ribassista di 1.166. Obiettivo di figura a questo punto zona 1.14.

2021-10-05 EurUsd (grafico daily)
EurUsd (grafico daily) – formalizzato il testa e spalla ribassista

Se così fosse la storia degli ultimi 15 anni ci permetterebbe di capire fino a quando il biglietto verde proseguirà nella sua corsa. Solo un ROC a 13 mesi inferiore a -10% allerterà gli investitori circa l’opportunità di coprire in maniera ben più consistente il rischio cambio dollaro. Fino a quel momento dovremmo rimanere in un contesto pro dollaro.

2021-10-05 EurUsd (grafico monthly):  ROC a 13 mesi
EurUsd (grafico monthly): un ROC a 13 mesi negativo anticipa i minimi di EurUsd

Analisi Tecnica EurUsd 28 Settembre 2021 – Nonostante la FED niente colpo del KO per l’euro

Spot EurUsd: 1.1700
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1660, 1.1605, 1,1450) Resistenze (1.1900, 1.1975, 1.2130)
Strategia: Long a 1.1700
Stop loss: 1.1605
Take profit: 1.2200

Evergrande mantiene il clima pro dollaro

Una FED hawkins come da previsioni non è riuscita a spingere il dollaro oltre quei livelli tecnici che avrebbero formalizzato una ripartenza definitiva del biglietto verde. Powell ha fatto capire ai mercati che se l’economia proseguirà nel suo percorso di recupero, in questo senso i dati sull’occupazione saranno fondamentali, allora il tapering diventerà effettivo già nel FOMC del 2-3 novembre.

Il sipario su questa ennesimo periodo di sostegno delle banche centrali ai mercati dovrebbe calare a metà del 2022 quando prevedibilmente si comincerà a ragionare su un rialzo dei tassi di interesse.

A spanne 20 miliardi di Treasuries e 10 miliardi di MBS potrebbero essere la cifra che verrà rimossa come sostegno da parte della FED ad ogni meeting da qui a metà 2022.

Naturalmente non può sfuggire ai più il contesto generale. I movimenti della banca centrale americana potrebbero essere dilatati nel tempo qualora la situazione in Cina dovesse peggiorare. La banca centrale e il governo di Pechino hanno messo in campo le prime azioni volte a stendere una rete di protezione contro un effetto contagio dal dissesto di Evergrande. La volontà di Pechino non è però quella di salvare ad ogni costo Evergrande, quanto piuttosto fornire un segnale di sostegno al mercato del credito facendo fallire in modo ordinato il colosso del real estate. Il problema è comprendere quanto questo fenomeno è limitato a Evergrande o se ci sono altre società nella stessa condizione.

Inevitabile sarà il rallentamento degli investimenti nel real estate cinese così come verrà ritardata l’uscita da una politica monetaria espansiva da parte della PBOC. Tutti elementi che potrebbero favorire il dollaro americano.

In Europa intanto gli indicatori PMI cominciano a ripiegare leggermente da livelli ancora sostenuti. Il Pmi manifatturiero è sceso a 58.7 dal 61.4 di agosto. Il Pmi servizi è sceso a 56.1 dal 59 di agosto. L’indice IFO tedesco nella componente aspettative ha limato leggermente verso il basso il 97.5 del mese precedente. La BCE è attesa anch’essa all’avvio del tapering, ma i modesti movimenti negli spread tra titoli di stato periferici e core non sembrano mostrare grandi preoccupazioni da parte del mercato almeno su questo fronte.

Tra 1.17 e 1.22 si decide il destino dell’euro

Gli ultimi 2 anni di EurUsd sono stati una noiosa alternanza di massimi poco sopra 1.22 e minimi poco sotto 1.17. La settimana appena conclusa ha arricchito questo score di un nuovo test dei supporti. Doppio massimo o testa e spalla, comunque vada a finire sfondare al ribasso questa soglia tecnica di supporto aprirebbe le porte ad un rally del dollaro fino a 1.10/1.12.

EurUsd (grafico weekly) – i supporti di 1.17 continuano a reggere

Andando più sui grafici di breve periodo di EurUsd notiamo come potenzialmente si sta formando la base per un doppio minimo. Il non aver dato il colpo del KO post FOMC mette il dollaro ancora nelle condizioni di convergere verso la media mobile a 200 giorni nel rapporto con l’euro. Oscillatori particolarmente scarichi invitano ad un rimbalzo che troverebbe in area 1.187 la prima solida resistenza, la media mobile a 200 giorni.

EurUsd (grafico daily): oscillatori scarichi preludono ad un rimbalzo

Analisi Tecnica EurUsd 21 Settembre 2021 – Dollaro forte prima del FOMC

Spot EurUsd: 1.1720
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1660, 1.1605, 1,1450) Resistenze (1.1900, 1.1975, 1.2130)
Strategia: Long a 1.1750
Stop loss: 1.1750
Take profit: 1.2200

Parola a Powell ma l’inflazione corre

Nel mondo le tensioni inflazionistiche permangono e le banche centrali potrebbero essere costrette a cambiare strategia in corsa. La tranquillità professata da FED e BCE deve fare i conti con tensioni notevoli sui prezzi dell’energia e dell’elettricità in particolare con impianti che cominciano a chiudere in Europa per effetto dell’antieconomicità di certi processi. Misure di contenimento negli aumenti delle bollette stanno per essere messi in campo dai vari governi europei, ma ormai è inevitabile preventivare una minor spesa per consumi nell’ultima parte dell’anno drenata dall’aumento nei costi energetici.

L’inflazione già morde in Gran Bretagna con il dato di agosto che ha fatto registrare un incremento del 3,2%.
Inflazione che rimarrà quindi più alta delle aspettative e inflazione core che in America è rimasta al 4% anche nel dato di agosto. Vero che siamo sotto il 4,2% atteso e il 4,3% di luglio, ma il dato generale è uscito ad un 5,3% che rende decisamente negativi i rendimenti reali offerti dal mercato obbligazionario. Si intravede qualche segnale di raffreddamento sui settori più tipicamente turistici come quello degli hotel, delle auto usate o delle tariffe aeree ma lo tsunami energetico è in corso e rallenterà il processo di rientro.

A suggerire un persistere della pressione sui prezzi anche l’elevato dato sui prezzi alla produzione. Il PPP è salito del 8,3% ad agosto, la versione core del 6,7%. E non dimentichiamo la Cina che ha visto un incremento a agosto dei prezzi alla produzione del 9,5% su base annua. Effetti che già si notano sulle vendite al dettaglio cresciute decisamente meno delle attese degli analisti ad agosto (2,5% vs 7%).

Si guarda perciò alla FED che il 22 settembre si pronuncerà sui tassi. Invariati sicuramente ma Powell sarà atteso da maggior dettagli sul tapering.

Non è escluso che proprio le tensioni sui prezzi non core dell’inflazione consiglino alla banca centrale un rinvio nel tapering per evitare di strozzare la crescita.

Gli effetti sul dollaro sono stati molto relativi post dato dell’inflazione americana. Il biglietto verde si mantiene nel rapporto con l’euro poco sopra quella zona tecnica di 1.17 che fa da spartiacque tra bull e bear market. Il tentativo di sfondare i supporti di qualche settimana fa si è rivelato una trappola per orsi e questo rappresenta in teoria un punto a favore di chi pronostica una ripresa dell’euro nelle prossime settimane.

EurUsd, attacco ai supporti

Tecnicamente EurUsd può essere considerato in territorio ribassista fino a quando la media mobile a 200 giorni conterrà le spinte rialziste. E’ già successo a settembre e quindi solo un superamento di 1.189 aprirebbe le porte del rialzo per l’euro. Certamente non ignoriamo la struttura grafica che sta assumendo il cambio. Il testa e spalle rialzista di breve periodo sta prendendo forma e proprio il superamento della media mobile sopra citato formalizzerebbe la chiusura della figura di inversione. Il post FOMC chiarità meglio le idee.

2021-09-21 EurUsd (grafico daily)
EurUsd (grafico daily) – testa e spalla rialzista di breve periodo o ribassista di lungo periodo?

La volatilità è molto contenuta e un indicatore che stiamo seguendo con grande attenzione è il Macd mensile. Qui il segnale bearish su EurUsd teoricamente c’è già stato con l’incrocio dal basso verso l’alto della linea del segnale a fine agosto. Manca però la conferma e anche in questo caso dopo il meeting della FED potremo avere le idee un po’ più chiare circa il valore segnaletico di questo indicatore. Ovviamente una chiusura di mese sotto 1.17 sarebbe bearish per EurUsd

2021-09-21 EurUsd (grafico monthly): MACD
EurUsd (grafico monthly): dal MACD arrivano segnali bearish