Biden ha deciso di fare un passo indietro nella corsa presidenziale e questo evento, dopo l’attentato a Donald Trump, alimenta ancora di più l’incertezza sull’esito del voto a novembre. Intanto il mercato ritiene certe un taglio dei Fed Funds a settembre. La BCE rimane in stand by annunciando però una possibile manovra a settembre se l’inflazione continuerà a diminuire la sua pressione. Dichiarazioni poco incisive però con il mercato che premia l’euro ma ancora senza fornire segnali concreti di inversione di tendenza su EurUsd.
Le elezioni francesi sembrano quasi aver portato benefici ad un euro che si era avvicinato pericolosamente a livelli di supporto critici. La prospettiva di una stagnazione politica combinata alle incertezze americane sul fronte elettorale, ma anche ad un certo stand by sui tassi, contribuiscono a tenere vivo il trading range su EurUsd
L’Europa fa i conti con i primi risultati delle elezioni francesi mentre negli Stati Uniti il primo confronto elettorale Trump-Biden è finito sotto la lente degli analisti politici che hanno stroncato il Presidente in carica. Settimana avara di dati che continua a tenere sotto pressione l’euro e gli spread di alcuni paesi dell’Eurozona come la Francia in attesa di avere un quadro più chiaro su politica monetaria e politica reale.
L’Europa si avvicina a grandi passi al delicato evento elettorale francese, un appuntamento nel quale i partiti sovranisti potrebbero mettere nell’angolo Macron. L’euro subisce questa fase di incertezza tra l’altro accompagnata da una FED sempre meno dovish e che guarda per ora mal volentieri a un taglio nei tassi di interesse. EurUsd staziona nella parte medio bassa del trading range in essere da tempo.
L’Europa politicamente ha retto all’urto dei nazionalismi dopo le elezioni parlamentari pur con qualche scossone a livello nazionale (vedi Francia) che sta zavorrando l’euro. Gli Stati Uniti vedono rallentare ancora l’inflazione, ma la Federal Reserve comunica ai mercati che nel 2024 i tagli nei tassi saranno al massimo due rimandando al prossimo biennio manovre espansive. Ancora trading range su EurUsd ma primi supporti sotto pressione
In una settimana avara di dati e volatilità sono emersi due fattori che hanno comunque fatto storcere il naso a chi sperava in un taglio nei tassi su ambo le sponde dell’Atlantico. Crescita ancora vigorosa in USA, inflazione che torna a salire in alcune parti d’Europa. La volatilità su EurUsd rimane ai minimi termini, ma a breve la BCE dovrà rompere gli indugi.
I verbali dell’ultimo meeting della Federal Reserve hanno evidenziato che ancora non è arrivato il momento di tagliare i tassi negli Stati Uniti. I prossimi dati saranno in tal senso decisivi per capire se nel 2024 si attuerà una manovra che invece la BCE sembra pronta a portare avanti già a giugno. Ancora privo di direzionalità EurUsd.
L’inflazione americana mette le ali all’euro che tenta di abbattere le prime resistenze tecniche importanti. Il raffreddamento superiore alle attese nei prezzi al consumo permette alle borse americane di trovare nuovi massimi su attese di taglio nei tassi di interesse anticipate rispetto ai tempi previsti.
Una settimana poco ricca di indicazioni macroeconomiche aspettando i dati sull’inflazione americana. Il mercato si assesta sull’idea che i tassi verranno tagliati da settembre in avanti da parte della FED. La parziale asincronia con la zona Euro, dove il costo del denaro dovrebbe cominciare a ridursi da giugno, ha favorito un rientro di EurUsd verso la parte centrale di un trading range comunque ancora solido.
La FED lascia come da previsione i tassi invariati al 5,5% rallentando al contempo la velocità di riduzione del bilancio della banca centrale. Economia che continua a viaggiare a pieni regimi in abbinata a una bassa disoccupazione e questo non permette all’inflazione di scendere come previsto costringendo la FED a mantenere una politica monetaria restrittiva. Il dollaro si mantiene forte ma non sfonda contro euro che guadagna qualche posizione