Boom di utili per TMSC, ma scende la pressione sui chip

La settimana appena conclusa non è stata semplice per uno dei temi collegati agli investimenti più caldi degli ultimi mesi. Le azioni legate al mondo dei semiconduttori hanno vissuto, sia sull’indice americano Sox che sulla borsa asiatica forse più correlata, la coreana Kospi, una settimana consecutiva di ribassi nelle quotazioni rendendo questo settore uno dei peggiori dal punto di vista delle performance.

Una probabile presa di profitto da parte degli investitori, ma anche consapevolezza del mercato che forse lo “shortage” di semiconduttori sul mercato è prossimo all’esaurimento. Non una buona notizia per le società del settore, ma una buona notizia per l’economia in generale che vedrebbe raffreddare la febbre da inflazione.

Intanto Taiwan Semiconductor (TMSC), il più grande produttore di chip al mondo nonché fornitore di prima linea per i prodotti Apple, ha comunicato al mercato che i suoi profitti sono saliti del 11% nel secondo trimestre 2021. In ascesa del 28% anche i ricavi.

La domanda di chip per pc, smartphone e server durante la pandemia era giustificata dallo smart working salito a livelli stellari per i vari lockdown. Poi, con le riaperture, la richiesta si è spostata soprattutto su beni di consumo come le automobili. Dopo mesi di stop alle vendite, i produttori hanno inviato sul mercato ordini senza precedenti al quale l’offerta dei mesi precedenti non era stata in grado di rispondere adeguatamente.

Lo spostamento della domanda dei consumatori verso i veicoli usati ha parzialmente attenuato un fenomeno che adesso sta tornando alla normalità. Sarà molto interessante nelle prossime settimane verificare le indicazioni sul terzo trimestre che arriveranno da società impegnate nella produzione o distribuzione di chip come Intel, Nvidia o Infineon.
Il rialzo dei prezzi, come accade sempre, ha riattivato dal lato della domanda catene produttive inefficienti. Con 750 società impegnate a livello globale, in questo momento è possibile che la crisi dei chip sia prossima alla fine dando una mano alle banche centrali che, con un po’ di apprensione, stanno cercando disperatamente segnali di raffreddamento nei prezzi al consumo.

Andando alle quotazioni dell’indice Sox Semiconductor la recente correzione ha riportato i prezzi al livello di febbraio. Un segnale del consolidamento in atto e probabilmente una conferma di come la situazione lentamente sta ritornando alla normalità. Nelle prossime settimane un ritorno verso la media mobile di lungo periodo potrebbe riportare interesse verso un settore che da marzo 2020 ha offerto agli investitori una performance stellare del 125%.

Sox Index (grafico daily)

Inflazione americana, ancora sopra al 5%

Forse era il dato macroeconomico più atteso di agosto quello dell’inflazione americana e in effetti non ha mancato di fornire numeri particolarmente forti. La variazione dei prezzi al consumo rimane negli ultimi 12 mesi sopra al 5% con il dato core depurato da energia e alimentari fissato a un altrettanto sostanzioso 4,3%. Numeri quelli di luglio che si confermano quindi in linea con quelli di giugno e che dovrebbero sempre essere sottratti a qualsiasi performance finanziaria ottenuta in questo periodo. Il dollaro americano, infatti, ha perso un ventesimo del suo valore in termini di potere d’acquisto negli ultimi 12 mesi.

Il Dollar Index in realtà nell’ultimo anno è praticamente invariato. Poco mosso è risultato anche dopo il dato tutto sommato atteso dell’inflazione. EurUsd si era già posizionato nella delicata fascia di supporto di 1,17 e lì è rimasto dopo di esso.

Anche i tassi di interesse a lunga scadenza, quelli più influenzati dall’inflazione, non si sono mossi granché, con il rendimento a 10 anni fermo a 1,3%.

Andando ad analizzare il dato sull’inflazione, ci accorgiamo che solo assicurazioni e auto hanno contribuito a detrarre qualche decimale, mentre tutto il resto ha visto un aumento di prezzo collegato alle riaperture e al solito effetto da collo di bottiglia nelle forniture. Diverse società produttrici di beni di consumo come Colgate e Palmolive hanno aumentato i prezzi al dettaglio. Il prezzo del mangiare fuori casa è aumentato a luglio dello 0,8%, il rialzo più consistente dal 1981. Ma non solo. L’abbigliamento femminile è risultato più caro in un solo mese del 5,5% (rialzo più forte dal 2012) mentre riparazioni di veicoli e accessori, prodotti per animali e servizi alla persona hanno fatto registrare incrementi di prezzo mai visti dal 2008.

A questo punto la parola passa alla FED e soprattutto a Powell in quel di Jackson Hole. La linea è sempre quella di un tasso di inflazione incandescente ma in maniera temporanea. Le aspettative a cinque anni sull’inflazione espresse dai TIPS indicano però in 2,6% il livello atteso. Un dato che quindi non sembra proprio voler piegare la testa nonostante la sicurezza professata dalla FED. Non è certamente il 5%, ma è comunque sopra il target della banca centrale e il non agire potrebbe portare a problemi come hanno sottolineato alcuni esponenti della banca centrale nei giorni scorsi.

Per dollaro e tassi di interesse l’incontro tra banchieri centrali a fine agosto sarà decisivo. Gli stessi mercati azionari guardano con interesse a una situazione per ora tranquilla ma che rischierebbe di incendiarsi se all’improvviso la FED decidesse di rompere gli indugi.

Cosa sta succedendo ai metalli preziosi

Gli effetti del boom di nuovi occupati registrato negli Stati Uniti a luglio non si sono fatti attendere soprattutto sui metalli preziosi. Oro e argento hanno perso tra l’8% e il 12% del loro valore in un inizio di settimana che non ha invertito la tendenza negativa di venerdì scorso.

Con un dato record di quasi 1 milione di posti di lavoro creati nel mese di luglio e una revisione al rialzo dei numeri riferiti ai mesi precedenti, il tasso di disoccupazione negli States è precipitato al 5,4% dal 5,9% precedente. Buona notizia per l’economia, pessima per i metalli preziosi.

Questi numeri hanno immediatamente messo i mercati nelle condizioni di associare alla crescita dei posti di lavoro una politica monetaria FED prossima ad archiviare la fase ultra espansiva di QE e tassi a zero. Se anche il mercato del lavoro si normalizzerà, come aveva detto Powell a margine dell’ultimo FOMC, allora ci saranno le condizioni per rivedere il piano di acquisto titoli in corso avviando il tapering e successivamente procedendo con il rialzo dei tassi per contrastare un’inflazione comunque attesa sopra il 2% nei prossimi anni.

Attese di questo tipo producono come effetto naturale un rialzo dei rendimenti offerti dai titoli di stato e quindi riducono i rendimenti reali. I metalli preziosi, essendo asset finanziari privi di cedola, soffrono questa condizione e la discesa degli ultimi giorni conferma lo scarso favore con il quale i mercati guardano a queste tipologie di investimento.
Ad appesantire ulteriormente il clima, è arrivata poi l’intervista al Presidente della FED di Boston, Eric Rosengren. Il membro della banca centrale ha affermato in un’intervista all’Associated Press che il mese di settembre dovrà essere il momento nel quale la FED dovrà riflettere seriamente sulla riduzione del controvalore di acquisto mensile da 120 miliardi di dollari attualmente in essere. A preoccupare Rosengren, soprattutto il rapido incremento nei valori di case e auto usate, due fenomeni potenzialmente in grado di far scappare via un’inflazione che a giugno è salita al 5,4%.

L’oro si aggrappa adesso all’ultimo supporto di 1675 $, il minimo di marzo 2021. Perdere questo livello tecnicamente aprirebbe le porte a un ribasso alquanto consistente fino a 1500$ in un contesto prevedibilmente di rafforzamento del dollaro e incremento dei tassi di interesse a lunga scadenza.

La Fed ha lasciato i tassi di interesse invariati

La Federal Reserve, banca centrale degli USA, guidata da Jerome Powell, ieri (mercoledì) ha lasciato i tassi di interesse invariati, in linea con le previsioni. La Fed ha notato che l’economia ha continuato a rafforzarsi, nonostante le preoccupazioni per il Coronavirus. Il Open Market Commitee della Fed (FOMC) ha annunciato che i tassi di interesse negli Stati Uniti rimarranno allo 0% -0,25%, dove si trovano da marzo 2020.

Analisi Tecnica EURUSD 27 Luglio 2021 – Aspettando Jackson Hole

Spot EurUsd: 1.1810
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1700, 1.1630, 1.1600) Resistenze (1.1975, 1.2025, 1.2220)
Strategia: Long a 1.1750
Stop loss: 1.1630
Take profit: 1.2200

Non preoccupatevi dei tassi dice la BCE

La BCE non ha sorpreso i mercati con Lagarde che di fatto ha confermato le attese della vigilia. Quindi forward guidance modificata in stile FED con un obiettivo di inflazione al 2% che tollererà per un certo periodo di tempo anche un valore superiore. La politica monetaria rimarrà accomodante visto che le prospettive dei prezzi sono ancora ben al di sotto del livello “minimale” nonostante proprio le incerte prospettive di crescite legate alla variante Delta rendono opportuna una politica monetaria che continua a ritenere temporaneo il movimento verso l’alto dell’inflazione. Confermato altresì da Lagarde che gli acquisti procederanno al ritmo di 20 miliardi al mese e dureranno finché sarà necessario per rafforzare l’impatto espansivo della politica dei tassi bassi e finiranno poco prima che i tassi vengano rialzati.

Insomma nulla di nuovo sotto il cielo di Francoforte con EurUsd che continua a sonnecchiare poco sotto la media mobile a 200 giorni come a fine marzo ma, come allora, con oscillatori in aperta divergenza con i prezzi.
Negli Stati Uniti sembra essere ancora incerta la sorte del piano infrastrutturale voluto da Biden con repubblicani e democratici divisi al Congresso. La curva dei rendimenti si è appiattita nelle ultime settimane comunicando alla banca centrale che chiudere troppo in fretta la parentesi della politica monetaria ultra espansiva può essere pericoloso. Tutti aspettano Jackson Hole ma diverse dichiarazioni di esponenti FED hanno fatto trasparire divisioni all’interno del FOMC con qualcuno che comincia a temere che la spike di inflazione potrebbe non essere temporanea. Il rischio è quello di trovarsi stretti tra la necessità di mantenere tassi bassi per un prolungarsi della pandemia in inverno e una nuova fase di collo di bottiglia tra domanda e offerta soprattutto legata alla produzione in Asia dove la copertura vaccinale è rimasta decisamente più indietro.

Supporti decisivi

Andiamo adesso come di consueto all’analisi tecnica. Come si vede dal grafico l’RSI è sceso in ipervenduto tentando una risalita. Il cambio spot invece è approdato in quella zona di supporto compresa tra 1.17 (minimi di marzo) e 1.175 (neckline di questo potenziale testa e spalla ribassista) che confermiamo essere livello cruciale per l’andamento di questi ultimi 5 mesi di 2021.

EurUsd (grafico daily) – il testa e spalla ribassista vero rischio per l’euro

Ma è possibile nel breve periodo l’inversione di tendenza da parte di EurUsd? Probabilmente no se guardiamo al grafico giornaliero abbinato all’indicatore ADX. Quando questo supera quota 30 ed è in fase crescente come ben sappiamo ci dice che il trend sta ancora prendendo forza. A quel punto la media mobile a 20 giorni diventa l’argine di riferimento. Area 1.184 rappresenta quindi la resistenza da superare per vedere un primo segnale di inversione, un movimento tecnico che dovrà però essere affiancato anche da una caduta dell’ADX sotto quota 30.

EurUsd (grafico daily) – trend bearish ancora forte

Notizie EUR USD – 25 Luglio 2021

Tariffe EurUsd

Spot: 1,1760
Trasferimenti bancari (guida indicativa): 1,1348-1,1430
Tassi specialistici di trasferimento di denaro (indicativi): 1,1650-1,1678
Il tasso di cambio euro-dollaro è stato in costante calo negli ultimi mesi ed è rimasto al di sopra dei minimi annuali di 1,1704 venerdì.

Grandi eventi questa settimana

lunedì 26 luglio 2021
Vendite di nuove case (giugno)

martedì 27 luglio 2021
Bilancia commerciale italiana non UE (giu)
Fiducia dei consumatori CB (luglio)

mercoledì 28 luglio 2021
Fiducia dei consumatori italiani (lug)
Decisione sui tassi di interesse della Fed

Analisi Tecnica EurUsd 10 Maggio 2021 – Janet Yellen prova a testare i mercati

Spot EurUsd: 1.2140
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1980 1,1800, 1.1605) Resistenze (1.2240, 1.2350, 1.2500)
Strategia: Long a 1.2000
Stop loss: 1.1900
Take profit: 1.2350

La disoccupazione americana allontana il rischio tapering

L’intervento della signora Yellen, pur nella sua ovvietà, ha creato una scossa sui mercati. Il ministro del tesoro americano ha infatti dichiarato che la FED alzerà i tassi senza dubbi se l’economia raggiungerà livelli di surriscaldamento. La prima versione della dichiarazione sembrava più un ordine in stile trumpiano, poi una parziale rettifica ha alleggerito il clima a Wall Street. Probabilmente le autorità cominciano a saggiare la sensibilità del mercato ad un tema che appare inevitabile stando alle aspettative inflazionistiche in costante rialzo. I tassi di interesse, smaltita la sbornia post pandemia, torneranno a salire e quindi tanti asset comprati a debito potrebbero entrare in fibrillazione.
Il dollaro americano tutto sommato ha tratto vantaggio da questa dichiarazione ma nulla di clamoroso è successo e tra poco capiremo in quale condizione tecnica si trova il biglietto verde verso euro. Sono stati infatti i deludenti dati sulla disoccupazione americana (meno posti di lavoro creati e salito il tasso dei senza lavoro) a raffreddare i timori di chi si aspettava un cambio di politica monetaria da parte della FED prima del previsto.

Nonostante un indice ISM manifatturiero di aprile uscito al di sotto delle previsioni (60.7 vs 65 atteso) ed un sottoindice prezzi pagati che ancora punta verso l’alto (89.6 vs 86), le borse non hanno subito grandi scrolloni, anzi nuovi massimi storici sono arrivati proprio grazie all’allontanamento del rischio tapering. Gli analisti continuano ad attendersi una crescita vigorosa anche per il resto dell’anno. Il consenso espresso dagli analisti su Bloomberg vede in 8,1% la crescita attesa nel secondo trimestre seguita da un +7% nel terzo e +4,7% nel quarto.

Nonostante le smentite di Powell sull’imminenza di un tapering (ovvero riduzione del piano di acquisto titoli da parte della banca centrale), i mercati sono guardinghi e questo spiega del perché il dollaro non riesce ad affondare il colpo contro euro. Norvegia e Canada hanno già apertamente detto che il tapering può cominciare e (vedi Norvegia) un primo rialzo nel costo del denaro è previsto entro fine anno. Anche la Gran Bretagna è pronta a cominciare la sua exit strategy.

La BCE per il momento si mantiene cauta in attesa di capire gli effetti su crescita ed inflazione di un piano vaccinale partito in ritardo rispetto a US e UK. Nel meeting del 10 giugno è però prevedibile che possa esserci una manutenzione del piano e questo potrebbe non necessariamente essere un qualcosa che i mercati ignoreranno.

Break rialzista per l’euro

A livello tecnico il grafico di EurUsd ci fa capire come l’assalto alle resistenze è di nuovo attuale e questa volta l’euro potrebbe avere successo. Area 1.21 è depositaria di una resistenza di tutto rispetto legata alla downtrend line che unisce i massimi primari del 2021. Il break di venerdì scorso dopo la pubblicazione dei dati sulla disoccupazione sembra aver sortito i suoi benefici effetti sulla moneta unica europea. Correzione finita?

2021-05-10 EurUsd (grafico daily)
EurUsd (grafico daily) – cedono le prime resistenze

Al momento rimaniamo bullish su EurUsd, ma sarebbe sbagliato ignorare le price action del mercato. Il grafico settimanale in questo momento è quello che forse preoccupa di più i rialzisti. La figura che si sta disegnando è naturalmente la più celebre tra quelle di inversione, ovvero il testa e spalla ribassista. Figura che viene formalizzata quando la neck line, ovvero la linea che unisce i due minimi intermedi, viene bucata verso il basso. Questa soglia tecnica attualmente passa da 1.18 e solo sotto questo livello il biglietto verde ricomincerà a correre con obiettivi che a quel punto saranno da spostare in area 1.10. Fino a quel momento la strategia long rimane vincente.

2021-05-10 EurUsd (grafico weekly)
EurUsd (grafico weekly) – testa e spalla ribassista in formazione su EurUsd?

Analisi Tecnica EurUsd 1 Febbraio 2021 – La volatilità premia il dollaro

Spot EurUsd: 1.207
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.2050, 1,1900, 1.1605) Resistenze (1.2310, 1.2500, 1.2550)
Strategia: Long a 1.2000
Stop loss: 1.1850
Take profit: 1.2500

La prima della FED nell’era Yellen

La Federal Reserve come da attese non ha mosso i tassi di interesse, ma i timori che la ripresa stia perdendo vigore si sono materializzati nelle parole di un Powell che ora si trova stretto tra due fuochi.

Nel primo meeting di politica monetaria del 2021 sotto la presidenza Biden con l’ex di lusso Janet Yellen Ministro del Tesoro, il comunicato della FED evidenzia come la pandemia continua a minare le aspettative di ripresa. La politica monetaria si manterrà quindi accomodante fino a quando non si ravviseranno sostanziali progressi sul fronte dell’occupazione e dell’inflazione. Ma è proprio il timore che si proceda verso uno scenario di stagflazione a preoccupare il mercato. Bassa crescita ed aspettative di inflazione sopra al 2% infatti sembrano rappresentare un quadro a tinte fosche che Powell non ha escluso.

La reazione di Wall Street è stata netta con la volatilità schizzata in alto ed un calo superiore al 3% sul Nasdaq nonostante gli ottimi risultati aziendali di Apple. A colpire in negativo il mercato quelle parole che indicano una via di uscita ancora lunga dalla crisi con l’economia più resiliente di quanto ci si aspettasse. Rimandando al Congresso la necessità di un piano di aiuti al mercato forse non è piaciuto quell’ignorare proprio il messaggio di aspettative di inflazione ben più alte di quella realmente certificata oggi dai dati.

Tra l’altro la stessa Casa Bianca è intervenuta sul “caso” Game Stop dopo lo scontro tra investitori retail ed hedge fund che ha incendiato il mercato con contorni anche abbastanza inquietanti proprio alla luce dell’abbondante liquidità presente oggi sul mercato e dispensata dalla FED.

Europa che da parte sua vive un momento di estrema difficoltà nel bel mezzo della seconda ondata pandemica. Alcuni paesi vivono un’incertezza politica piuttosto alta con i dimissionari governi italiano e olandese. Altri si avviano verso l’appuntamento elettorale (Germania). Poi c’è la questione vaccini con il Vecchio Continente ostaggio dei rallentamenti nelle consegne da parte di Pfizer ed ora anche Astra Zeneca. La società inglese infatti sembra aver attivato un piano di consegne non rispettoso dei contratti stipulati con Bruxelles la quale puntava forte su milioni di dosi provenienti da questa società inglese.

Pronti al long in area 1.20

Il ritorno della volatilità ha avvantaggiato il dollaro americano che lentamente si sta riavvicinando al nostro obiettivo di ingresso long. Abbiamo sempre indicato 1.19/1.20 come potenziale punto di rientro e lo confermiamo. Una selva di supporti si annida da queste parti, in primis i massimi estivi e la media mobile a 100 giorni. Gli oscillatori si stanno gradualmente resettando e questo crediamo rappresenti un ottimo punto di partenza in attesa di veder definitivamente sfumare quella stagionalità positiva che caratterizza il dollaro fino alla fine di febbraio.

2021-02-21 EurUsd (grafico daily)
EurUsd (grafico daily) –rimangono in vista i supporti di 1.20

A contribuire anche al rafforzamento del biglietto verde la debolezza dell’oro ritornato in quell’area 1800 che rappresenta un importante scoglio tecnico. Per EurUsd la nostra convinzione che il rialzo ancora non è terminato viene da un tasso di variazione annuo ROC che non ha ancora toccato quel 15% che in passato ha permesso al cambio di agguantare un massimo primario. Magari non arriveremo a quel 1.40 pronosticato di recente da Stephen Roach, ma un test di 1.25 lo crediamo assolutamente probabile.

2021-02-01 EurUsd (grafico weekly)
EurUsd (grafico weekly) – una variazione annua del 15% su EurUsd tende ad intercettare massimi primari sul cambio

Analisi Tecnica EurUsd 18 Gennaio 2021 – E bravo dollaro

Spot EurUsd: 1.2080
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.2010, 1,1900, 1.1605) Resistenze (1.2310, 1.2500, 1.2550)
Strategia: Long a 1.2000
Stop loss: 1.1850
Take profit: 1.2500

L’incertezza europea aiuta il biglietto verde

EurUsd si muove, seppur lentamente, nella direzione auspicata ovvero quella di un moderato ribasso verso la zona di supporto compresa tra 1.19 e 1.20 che idealmente dovrebbe completare quel processo di pull back dopo la corposa salita dell’ultima parte del 2020.

Le condizioni affinché il percorso di rientro verso il basso di EurUsd si concretizzino ci sono. Il passaggio di consegne alla Casa Bianca offre ai mercati la possibilità di prendere fiato anche in attesa del FOMC in cui la banca centrale dovrà chiarire al mercato le sue intenzioni per la prima parte dell’anno. I dati sulle richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione hanno mostrato un preoccupante ed improvviso aumento, un sintomo di una pausa anche nel percorso di ripresa economica.

Il corposo rialzo nei rendimenti decennali delle ultime settimane ha favorito l’allargamento nominale del differenziale di tasso tra Treasury e Bund, un elemento questo che naturalmente ha favorito il dollaro. Il movimento sui tassi è stato però dettato dall’aumento nella componente di aspettative inflazionistiche e su questo la FED dovrà intervenire visto l’irripidimento della curva dei rendimenti. Tassi sostanzialmente a zero a breve ancora a lungo è ciò che si aspetta il mercato, ma non dovesse essere così vedremmo volatilità sulle borse e naturalmente forza di dollaro.

Sullo sfondo anche la situazione pandemica che continua a colpire duramente America ed Europa. Nel Vecchio Continente si aggiunge poi la crisi politica italiana che zavorra le valutazioni dell’euro. Nel momento in cui la pandemia entra in una nuova fase delicata ed in cui i progetti legati al Recovery Plan, una crisi politica in Italia non appare l’evento migliore. Fino a quando non verrà trovata una soluzione politica all’instabilità italiana l’euro potrebbe quindi subire un po’ di pressione. Eventi elettorali che caratterizzano diversi paesi europei quest’anno. La Germania, ma anche quell’Olanda dove il governo ha appena dato le dimissioni.

Supporti di 1.20 in vista

Dal punto di vista tecnico EurUsd dovrebbe placidamente convergere verso la parte bassa di 1.20 dove apriremo un nuovo trade long per altro già segnalato da settimane su questo rapporto. Da quelle parti troviamo infatti una convergenza di supporti molto interessante. I massimi estivi di EurUsd, la media mobile a 100 giorni e la up trend line che guida da maggio. Insomma quella è la zona di prezzo sulla quale un long è quasi un passaggio obbligato.

2021-01-18 - EurUsd grafico daily
EurUsd (grafico daily) –importante supporto di 1.19/1.20 sempre più vicino

I livelli di supporto che aveva raggiunto il Dollar Index e che avevamo segnalato nell’articolo di due settimane fa, hanno sortito i loro effetti con precisione quasi chirurgica. L’eccesso di sentiment negativo nutrito dal mercato verso il dollaro e ben espresso dal posizionamento net long detenuto dai non commercials sul mercato dei futures, ha anch’esso fatto il suo lavoro favorendo un riallineamento. A confermare anche la bontà e l’importanza del supporto sopra citato sono le stesse bande di Bollinger. Su scala settimanale EurUsd sta infatti rientrando dall’arrampicata sulla banda superiore e prevedibilmente troverà nel valore centrale (per l’appunto in transito a 1.19) il supporto primario.

2021-01-18 EurUsd (grafico weekly)
EurUsd (grafico weekly) – anche le bande di Bollinger confermano la solidità dei supporti

Analisi Tecnica EurUsd 25 Maggio 2020 – Da 1.10 non si passa

Data analisi: 26 Maggio 2020 spot EurUsd: 1.0890
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0725, 1.0630, 1.0590) Resistenze (1.1015,1.1140, 1.1240)
Strategia: Long a 1.0770
Stop loss: 1.0630
Take profit: 1.1000

I tassi negativi sono un’opzione negli States

Una nuova fiammata di EurUsd trova per l’ennesima volta l’opposizione delle ormai arcinote resistenze dinamiche dettate soprattutto dall’inclinazione progressivamente discendente della media mobile a 200 giorni. I motivi che hanno alimentato l’interesse per l’Euro (e il disinteresse per il Dollaro) sono diversi. L’accordo tra Francia e Germania per far partire il recovery fund all’interno della zona Euro appare come un successo nella strada che porta agli Eurobond. La soluzione non trova però l’unanimità di tutti i paesi membri con un gruppetto di paesi nordici capeggiati dall’Austria che si è già messo di traverso.

La sola idea che Merkel e Macron abbiano trovato un accordo sugli strumenti di aiuto ai paesi più fragili d’Europa è piaciuta ai mercati che hanno immediatamente acquistato debito periferico (tra cui quello italiano) abbassando i rendimenti obbligazionari.

Dalla sponda americana invece continuano ad arrivare pessime notizie sul fronte sanitario con Trump che scalpita per aprire il prima possibile a fronte però di una pandemia che continua a mietere contagi e vittime come in nessun altra parte del globo. Interessante notare come dopo gli USA chi segue sono tutti paesi che per bocca dei governanti si sono dichiarati nella fase iniziale negazionisti. Russia, Brasile e Gran Bretagna si facevano beffe dei lock down italiani ed il risultato è quello che vediamo sotto i nostri occhi e nei numeri. Tesi anche i rapporti politici con la Cina. Dopo le accuse di aver lasciato diffondere il virus, Trump accusa la Cina di nuovi dazi qualora la libertà di Hong Kong dovesse essere messa in discussione.

Ad indebolire il Dollaro la presa di posizione della FED. Prima Powell ha smentito l’idea di rendere negativi i tassi di interesse, poi però ha dichiarato che la FED ha numerose armi a propria disposizione per favorire l’accesso al credito e la liquidità dell’intero sistema finanziario americano. L’economia non pare sulla buona strada come ad esempio ha confermato l’indice anticipatore. In calo ad aprile del 4,4% dopo il pessimo -7,4% di marzo. La recessione non è finita e la disoccupazione aumenta.

Il trading range persiste

Dal punto di vista tecnico ennesimo test di 1.10 da parte di EurUsd ed ennesima risposta dei ribassisti. Quello che si può certamente vedere di interessante è l’abbozzo di una figura di testa e spalla rialzista che, in caso di successo, aprirebbe le porte ad area 1.13/1.14. Figura comunque non certamente formalizzata con il netto ribasso di venerdì. Il nostro trade long non è scattato per pochi pips ed a questo punto posizioniamo la stessa operazione ma sui supporti. Attenzione anche all’ADX. L’indicatore di forza del trend è sceso a livelli molto bassi e storicamente questo prelude alla ripartenza della tendenza. In quale direzione lo capiremo sulla base di quali tra resistenze e supporti verranno violati.

EurUsd - grafico giornaliero
EurUsd (grafico giornaliero) – trading range permanente

Il Dollar Index conferma ciò che abbiamo detto per EurUsd. Il biglietto verde avvicina ma nemmeno tocca la media mobile a 12 mesi. Dopo la clamorosa trappola per orsi di febbraio siamo però convinti che questa volta un break sotto questo supporto dinamico sarebbe fatale per il Dollaro. Quindi attenzione a 98.50 sul Dollar Index. Anche qui è il mercato che dovrà confermare la volontà di invertire una tendenza sempre bullish per il biglietto verde.

Dollar Index grafico daily - 25-5-2020
Dollar Index (grafico daily) – Attenzione alla solita media mobile a 12 mesi