Precipita la situazione in Europa e soprattutto in Ucraina dopo lo sconcertante voltafaccia di Donald Trump all’Ucraina. La decisione del tycoon di trovare un accordo coinvolgendo nelle fasi iniziali solo la Russia chiedendo al premier ucraino Zalensky un passo indietro, sancisce la rottura dell’alleanza a supporto del paese invaso. La crisi geopolitica rischia di implodere proprio nel Vecchio Continente già provato economicamente da una lunga stagnazione economica.
Continua a tenere banco Donald Trump che occupa questa volta il palcoscenico geopolitco con un forte tentativo di portare al tavolo della pace Ucraina e Russia. A beneficiarne a livello finanziario paradossalmente l’Europa e l’euro con le elezioni tedesche che rappresentano il market mover del mese. Intanto in America l’inflazione risale al 3% azzerando ogni speranza di taglio dei tassi.
Trump mette in pratica ciò che aveva promesso imponendo dazi a Messico e Canada al 25% prima di sospenderli dopo poche ore per lasciare spazio alle trattative e giungere a una soluzione accettabile. Mercati in fibrillazione ma capaci di recuperare le perdite nelle sedute successive. EurUsd ancora una volta conferma la solidità del supporto di 1,02.
Se lo scontro tra la FED e Trump si fa sempre più acceso, il Governatore Powell tira dritto per la sua strada comunicando ai mercati che non è questo il momento per tagliare i tassi di interesse. Inflazione ed economia non lo consigliano con l’incognita dazi sullo sfondo che già a partire da febbraio diventa realtà. Esattamente gli stessi motivi, ma in versione opposta, hanno spinto la BCE ad abbassare i tassi di interesse. EurUsd ferma la sua corsa sulle resistenze di 1,05.
Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti e subita annuncia una serie di misure che alimenteranno la crescita USA, l’inflazione e anche il contrasto con alcuni partner commerciali come Canada, Messico ed Europa. L’euro ha reagito bene al test dei supporti di area 1,02 sulle parole meno dovish di Lagarde. Pullback o altro?
Trump è ufficialmente il nuovo presidente degli Stati Uniti e ora il mercato attende chiarezza sul fronte delle misure protezionistiche tanto annunciate. Il mercato forex rimane volatile con l’euro che tenta invano un recupero dopo i dati di inflazione americana migliori delle attese. In Germania intanto è ormai certo che il 2024 è andato in archivio con una nuova recessione economica.
Trump occupa ormai la scena politica ed economica mondiale quotidianamente e, ora che è arrivato il momento dell’insediamento ufficiale, cominceremo a fare i conti con le decisioni reali. L’economia americana prosegue nel suo percorso di crescita, quella europea arranca, ma rigurgiti inflazionistici si vedono all’orizzonte con i dazi che potrebbero aumentare le pressioni sui prezzi. Il dollaro beneficia di questo contesto incerto.
La guerra del gas riaccende le tensioni sui prezzi energetici in Europa ma anche sull’euro il cui andamento è penalizzato dalle preoccupazioni politiche in stati chiave come Francia e Germania e da dati macro che continuano a fornire poche rassicurazioni sulla ripresa. Aumentano intanto le attese per l’insediamento di Trump alla Casa Bianca.
Si sta per aprire un 2025 ricco di certezze ma anche di incertezze. America, Europa, Cina, guerre, inflazione e tassi di interesse non smetteranno di arricchire di contenuti e volatilità mercati che nel 2024 hanno confermato performance generose sull’azionario, stagnazione sull’obbligazionario, e dollaro forte grazie a importanti differenziali economici e di tasso di interesse tra USA e resto del mondo.
La FED spariglia le carte di mercati azionari che hanno goduto di un anno eccezionale. Taglio nei tassi sì ma probabilmente l’ultimo prima di una lunga pausa necessaria per verificare la temperatura di economia e inflazione. EurUsd scende così sotto 1,04 in una discesa verso la parità che sembra essere sempre più probabile.