La FED non sembra aver nessuna intenzione di mollare la presa sull’inflazione e con i 375 punti base di rialzo dei tassi di questo 2022 prosegue nel contrasto di un fenomeno che inevitabilmente rallenterà l’economia. Powell ha dichiarato che ogni discussione sullo stop ai rialzi è prematura. EurUsd ritorna all’interno del suo trend bearish, ma il dato dell’occupazione americana di venerdì rimette in discussione tutto
La Bce alza i tassi come previsto e ora si guarda con estrema curiosità alle manovre della FED. Il rallentamento economico in America, comunque minore delle previsioni, potrebbe essere uno stimolo per Powell ad alzare il piede dall’acceleratore solo se i prossimi dati di inflazione si ridimensioneranno. Benzine e costi dei noli stanno andando nella direzione giusta. EurUsd ci prova ma poi la BCE smorza gli entusiasmi.
Mentre il prezzo del gas in Europa scende creando i presupposti per un rimbalzo dell’euro, le banche centrali affilano le armi. Prima toccherà alla BCE e poi alla FED. Intanto comincia lo sprint elettorale in America per rinnovare una parte del Congresso con Biden che potrebbe uscire indebolito. EurUsd sempre sotto le resistenze chiave.
Smorzate da Janet Yellen le preoccupazioni della Casa Bianca per un dollaro troppo forte. Il Ministro del Tesoro ha confermato che è nell’interesse degli Stati Uniti, ma anche del resto del mondo, un dollaro forte che attrae investimenti e garantisce stabilità. Europa sempre alle prese con le divisioni interne per affrontare la crisi del gas mentre in Gran Bretagna il governo è nel caos. E l’euro va sempre più giù
L’euro riesce a rivedere la parità con il dollaro sulla speranza dei mercati di assistere ad una fase di rialzo del costo del denaro meno intensa. Ma poi torna a naufragare sulle incertezze europee di fronte alla crisi. Comincia a emergere però qualche dubbio sulla sostenibilità della forza del dollaro che potrebbe provocare sbilanci a livello globale. Sullo sfondo rimane comunque uno scenario geopolitico molto teso.
In Europa la situazione rimane di estrema tensione. Gli attentati ai tubi che trasportano gas nel Mare del Nord aggiungono preoccupazione con l’inverno alle porte. In Gran Bretagna il nuovo Governo sta creando problemi alla sterlina. In Italia le elezioni hanno confermato la vittoria della destra. Intanto negli Stati Uniti i toni degli esponenti FED rimangono sempre molto hawkins sui tassi.
La FED non cambia idea e, oltre ad aumentare i tassi come previsto, promette nuove strette fino al 4,5%-4,75%. Una situazione che il mercato azionario non ha preso bene mentre in quello valutario il dollaro affonda nuovamente le sue unghie sull’euro. Intanto il Giappone interviene sul mercato valutario per frenare la debolezza dello yen e il contesto geopolitico si arricchisce di nuove tensioni con la Russia protagonista
La FED tiene in tensione i mercati i quali temono un maxi rialzo dei tassi dopo che il dato sull’inflazione americana ha decisamente deluso le aspettative. Soprattutto l’inflazione core è salito confermando come la strada per piegare la curva è lunga. Europa intanto ancora divisa sulla gestione del caro energia. E il dollaro ne approfitta per riguadagnare terreno.
La BCE alza i tassi di interesse come da previsione permettendo all’euro quanto meno di arginare i ribassi. Ai 75 punti base di settembre se ne aggiungeranno altri 75 nel prossimo meeting dopo che anche la FED avrà agito in tal senso. L’inflazione rimane la bestia da sconfiggere ma rallentamento economico combinato ad aumento dei tassi non sono eventi che piacciono ai mercati.
Torna la tensione sui mercati finanziari dopo che la FED ha mostrato stupore per l’andamento positivo delle piazze azionarie questa estate. Se non era stato compreso il messaggio ora è chiaro. I tassi saliranno e parecchio, fino a quando l’inflazione non sarà stroncata. Intanto l’Europa affronterà incertezze e crisi nel peggiore dei modi. Alzando ancora i tassi di interesse