I verbali della FED, ma soprattutto le parole della Lagarde, spingono l’euro in un rimbalzo importante che ora comincia a puntare livelli di resistenza compresi tra 1,09 e 1,11. La FED che comincia a parlare di pause nel rialzo dei tassi e la BCE di inizio nella nuova fase di rialzo dei tassi. Due dichiarazioni contrapposte che hanno favorito un restringimento del differenziale tassi favorevole all’euro.
Il dollaro americano non sfrutta una delle settimane più tese a Wall Street di questo 2022. Con un ribasso superiore al 4% in un giorno solo che non si vedeva dai tempi della pandemia, il mercato azionario è ad un passo dal bear market dopo aver preso atto che la FED farà tutto quello che serve per arginare l’inflazione. Anche non curandosi della crescita economica ha fatto intendere Powell, a dispetto di quello che finora era una strategia che aveva visto i mercati finanziari sfruttare l’ampia liquidità garantita dalla banca centrale
I tassi di interesse americani toccano, sulle scadenze decennali, nuovi massimi arrivando fino al 3,2% prima di invertire bruscamente tendenza. I livelli cominciano ad essere sicuramente interessanti per chi valuta arbitraggi con il mondo azionario. E infatti l’equity americano è ad un passo dal bear market in un contesto geopolitico che rimane fragile e che vede il mondo emergente sempre più in difficoltà per il rialzo dei prezzi delle materie prime.
La FED alza i tassi come previsto e accelera l’operazione di restrizione del credito per frenare l’inflazione favorendo ovviamente i flussi verso il dollaro americano. Euro sempre in difficoltà a causa di una politica monetaria balbettante e i rischi di una recessione provocata dalle tensioni geopolitiche e ora il rallentamento economico cinese con relativa svalutazione dello yuan.
Non si ferma il dollaro americano il cui apprezzamento prosegue grazie ad un mix di vantaggio di tasso e di tensioni geopolitiche in Europa che non sembrano assolutamente diminuire. A questo si aggiunge una insofferente Cina che causa lockdown offre la sponda alla svalutazione dello yuan. Per EurUsd siamo di fronte agli ultimi supporti chiave prima di prendere la strada della parità.
Decollano i tassi di interesse americani supportando così il dollaro. Ormai raggiunta quota 3% sui tassi a 10 anni con i tassi reali che dopo tanto tempo tornano a zero. Il dollaro ringrazia mantenendo le posizioni contro un euro zavorrato dalle poco incisive volontà della BCE di muovere a breve il costo del denaro. Intanto l’euro perde anche quota 1,08.
https://www.eurusd.it/1/eurusd-outlook-settimanale-del-19-aprile-2022-leuro-si-aggrappa-a-1-08
Mentre la guerra tra Russia e Ucraina continua, i mercati finanziari cominciano a fare i conti con una Federal Reserve sempre più decisa a stroncare l’inflazione a discapito di crescita e valutazioni dei mercati. Le obbligazioni stanno subendo i contraccolpi maggiori. In Europa un dato shock sui prezzi alla produzione invita la BCE ad agire in fretta sul costo del denaro. Il primo turno di elezioni in Francia accresce l’incertezza.
Spiragli di pace che subito si chiudono e cambio di politica monetaria in Eurolandia hanno acceso le speranze dell’euro che chiude il mese di marzo con una interessante figura tecnica teoricamente bullish. L’inizio di aprile sembra però rimescolare di nuovo le carte. Qualche cosa non torna però e siamo restii ad abbandonare il posizionamento ribassista su EurUsd. Le view sui tassi delle due più importanti banche centrali al mondo, FED e BCE, saranno decisive nelle prossime settimane
In seno alla FED ormai sembra essere dato per scontato un rialzo dei tassi di interesse a maggio nell’ordine dei 50 punti base. La missione di Powell è quella di abbattere l’inflazione e anche se un po’ di crescita verrà persa per strada i mercati se ne faranno una ragione. Intanto in BCE si chiedono se ha senso mantenere fermi i tassi di interesse quando tutto il mondo si sta muovendo in una direzione ben precisa, quella della stretta monetaria.