La FED alza i tassi come previsto e accelera l’operazione di restrizione del credito per frenare l’inflazione favorendo ovviamente i flussi verso il dollaro americano. Euro sempre in difficoltà a causa di una politica monetaria balbettante e i rischi di una recessione provocata dalle tensioni geopolitiche e ora il rallentamento economico cinese con relativa svalutazione dello yuan.
Non si ferma il dollaro americano il cui apprezzamento prosegue grazie ad un mix di vantaggio di tasso e di tensioni geopolitiche in Europa che non sembrano assolutamente diminuire. A questo si aggiunge una insofferente Cina che causa lockdown offre la sponda alla svalutazione dello yuan. Per EurUsd siamo di fronte agli ultimi supporti chiave prima di prendere la strada della parità.
Decollano i tassi di interesse americani supportando così il dollaro. Ormai raggiunta quota 3% sui tassi a 10 anni con i tassi reali che dopo tanto tempo tornano a zero. Il dollaro ringrazia mantenendo le posizioni contro un euro zavorrato dalle poco incisive volontà della BCE di muovere a breve il costo del denaro. Intanto l’euro perde anche quota 1,08.
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Mentre la guerra tra Russia e Ucraina continua, i mercati finanziari cominciano a fare i conti con una Federal Reserve sempre più decisa a stroncare l’inflazione a discapito di crescita e valutazioni dei mercati. Le obbligazioni stanno subendo i contraccolpi maggiori. In Europa un dato shock sui prezzi alla produzione invita la BCE ad agire in fretta sul costo del denaro. Il primo turno di elezioni in Francia accresce l’incertezza.
Spiragli di pace che subito si chiudono e cambio di politica monetaria in Eurolandia hanno acceso le speranze dell’euro che chiude il mese di marzo con una interessante figura tecnica teoricamente bullish. L’inizio di aprile sembra però rimescolare di nuovo le carte. Qualche cosa non torna però e siamo restii ad abbandonare il posizionamento ribassista su EurUsd. Le view sui tassi delle due più importanti banche centrali al mondo, FED e BCE, saranno decisive nelle prossime settimane
In seno alla FED ormai sembra essere dato per scontato un rialzo dei tassi di interesse a maggio nell’ordine dei 50 punti base. La missione di Powell è quella di abbattere l’inflazione e anche se un po’ di crescita verrà persa per strada i mercati se ne faranno una ragione. Intanto in BCE si chiedono se ha senso mantenere fermi i tassi di interesse quando tutto il mondo si sta muovendo in una direzione ben precisa, quella della stretta monetaria.
La FED alza i tassi come da previsioni con un atteggiamento più hawkins del previsto che evidenzia la volontà di Powell di arginare l’inflazione a discapito della crescita le cui stime sono state ridotte. EurUsd stabile, ma in Europa intanto crollano gli indicatori tedeschi di fiducia. Per la BCE la scelta tra economia e inflazione sarà ancora più complicata.
La diplomazia non sembra fare grandi passi in avanti nel conflitto bellico tra Ucraina e Russia e questo stato di incertezza e tensione si è riverberato su mercati finanziari che continuano ad essere sotto pressione anche a causa di politiche monetarie che promettono di essere più restrittive. La Fed a breve alzerà i tassi ma anche la Bce ha fatto sapere ai mercati che il QE terminerà nonostante il rallentamento economico. L’euro ha così tentato il rimbalzo senza grande fortuna per il momento.
La guerra tra Russia e Ucraina sta producendo i suoi drammatici effetti con conseguenze fino a poco tempo fa inimmaginabili sui prezzi di molte materie prime agricole ed energetiche. Il secondo giro di rialzo dell’inflazione rischia di fare male alle economie mondiali, soprattutto europee con le borse del Vecchio Continente in caduta verticale. La FED a breve comincerà a far salire i tassi come ha confermato Powell. Il dollaro americano approfitta così del doppio vantaggio di divisa preferita dal flight to quality e dal differenziale tassi in allargamento.