La FED pubblica i verbali che non ti aspetti e il mercato soprattutto legato alla dinamica dei tassi di interesse la prende male. Bond, oro e bitcoin in caduta libera, ma anche l’equity traballa. Stabile il dollaro che non piazza ancora la zampata sull’euro in attesa di capire come si muoverò la BCE dopo i dati di inflazione vicina al 5% usciti in diversi paesi di Eurolandia.
Anno estremamente positivo per il dollaro americano in guadagno su quasi tutte le valute ma soprattutto sull’euro. Le politiche monetarie divergenti rappresentano un punto a favore del biglietto verde che potrà anche contare sulla sua natura difensiva nei momenti di volatilità di mercato. Attenzione ora rivolta ai primi meeting di politica monetaria del 2022.
Un 2021 all’insegna del dollaro quello che si sta per concludere e che, stando alle prospettive tecniche e di politica monetaria, dovrebbe anticipare un percorso ancora favorevole al biglietto verde nella prima parte del 2022. La politica monetaria della FED chiuderà il tapering a marzo e poi partiranno gli aumenti dei tassi. In Europa la pandemia rischia invece di rallentare un processo ancora molto indietro nel suo percorso di normalizzazione.
La FED rompe gli indugi e fa capire ai mercati che l’era del tasso zero volge al termine. Tapering che finirà a marzo 2022 e tassi che potranno cominciare a salire. In Europa la BCE si mostra più cauta programmando un rialzo per non prima del 2025. Euro ancora debole con il dollaro che mantiene la sua impostazione rialzista pur vedendo una situazione tecnica che potrebbe nel breve agevolare una fase meno direzionale.
Il Covid torna ad aleggiare sui mercati e le banche centrali a loro volta si mostrano più prudenti sulle future mosse di politica monetaria. Il dollaro rimane comunque sostenuto dagli acquisti grazie ad un differenziale di tasso importante e ad eventi tecnici molto interessanti che potrebbero sostenere ancora il bull market del biglietto verde ancora per mesi.
Passate poche ore dalla conferma Powell ribalta a sorpresa il tavolo della politica monetaria americana. L’inflazione non è temporanea, il tapering deve accelerare e i tassi probabilmente saliranno nella prima parte del 2022. Mercati che hanno preso male la notizia scossi anche dalla variante Omicron. EurUsd ha tentato di forzare area 1.12 senza successo.
EurUsd tocca un nuovo minimo prima di rimbalzare violentemente in quello che si può definire un vero e proprio Black Friday per i mercati finanziari. Una quarta ondata pandemica sta colpendo i paesi del centro Europa, ma ora preoccupa di più la variante sudafricana. Intanto la politica monetaria europea rimarrà accomodante ancora a lungo come specificato da Lagarde di recente. In America invece il riconfermato Powell è atteso al varco dell’ultimo FOMC dell’anno.
La BCE offre la sponda al mercato per affossare l’euro. Scendendo sotto 1.13 la valuta unica europea ha mostrato tutte le sue debolezze amplificate da una quarta ondata di Covid in corso nel Vecchio Continente e da una banca centrale che si è mostrata ancora più colomba di quello che ci si aspettava. La forza del dollaro non sembra in questo momento trovare grandi ostacoli.
Il dollaro non si ferma grazie alle indicazioni sempre più hawkins da parte di alcuni esponenti della FED. Nemmeno l’inflazione però arresta la sua marcia e questo spinge il mercato a speculare su un rialzo del costo del denaro in America più ravvicinato a livello temporale. Discorsi analoghi che si affrontano in una Germania alle prese con il ricambio politico dopo l’era Merkel. Prossima fermata di EurUsd prevista in area 1.12.
La FED offre un nuovo assist al dollaro con la BCE che sta a guardare. Seppur con toni ancora dovish Powell ha ufficializzato la partenza del tapering, ma per un rialzo dei tassi ci sarà da aspettare. Festeggiano borse e bond anche grazie ad un mercato del lavoro particolarmente tonico a ottobre. Soffre l’euro, preda delle indecisioni di una BCE che teme un allargamento degli spread tra periferici e core.